Laddove finisce la Terra e comincia il mare…

Il Portogallo è sempre nel mio cuore. Ho visitato terre vicine e lontane, metropoli cosmopolite e villaggi sperduti, ho messo piede nei cinque continenti; eppure, se ripercorro come in un flashback i miei tanti viaggi in giro per le strade del mondo, la mente mi riporta sempre ad un Paese affacciato sulle sponde dell’Oceano, un Paese affascinante e suggestivo, un Paese ospitale e gentile, un Paese il cui cielo ha una luce intensa, unica, con riverberi ampi e luminescenti: quel Paese si chiama Portogallo!

Un viaggio in Portogallo è un viaggio nella memoria e nel tempo, nella melanconia e nel sogno, nella storia e nella realtà. Il Portogallo è un ponte sospeso tra un passato che si intreccia con il presente ed un futuro che è già dietro l’angolo, ma è anche un ponte sospeso tra l’Europa e l’Oceano Atlantico, perché è un Paese che guarda sì all’Europa, senza però rinnegare il legame culturale con le antiche colonie transoceaniche.

La saudade (parola intraducibile in qualunque altra lingua al mondo) esprime perfettamente quel sottile e struggente sentimento che attanaglia l’animo dei portoghesi, un sentimento che si dipana fra orgogliosa nostalgia e malinconico rimpianto per un passato di grandezza irrimediabilmente perduto, un passato fatto di viaggi e grandi esplorazioni, spirito d’avventura, desiderio di oltrepassare i limiti imposti dalle conoscenze geografiche.

Durante il mio viaggio in Portogallo ho osservato compiaciuto la compostezza e gentilezza del popolo portoghese nelle varie scene di vita quotidiana: in genere, manifestano una cortesia quasi d’altri tempi.

La sensibilità di un popolo, tuttavia, si esprime non solo con i gesti, le parole, gli usi e i costumi, ma anche mediante l’arte, di cui la musica, come diceva lo stesso Schopenhauer, ne è l’estrinsecazione suprema. Il Fado è la musica che caratterizza il Portogallo nel mondo, è il simbolo indiscusso dell’unità del Paese, ma è, al tempo stesso, un Patrimonio mondiale dell’Umanità, così come riconosciuto ufficialmente dall’UNESCO. Il Fado canta il sentimento, le pene d’amore, la nostalgia per qualcuno che è partito o l’attesa per qualcuno che potrebbe ritornare.

Per chi volesse approfondire l’argomento, suggerisco l’ascolto della voce cristallina di Teresa Salgueiro, vocalist dei Madredeus, storico gruppo nato tra i vicoli di Lisbona, che ha incantato le platee internazionali proponendo suggestive melodie di toccante intensità, arricchite da una voce intrisa di candore e sensualità.

Un Paese, inoltre, si conosce e si apprezza compiutamente anche attraverso le opere degli scrittori. Parlando di Portogallo è ovvio che venga subito alla mente Fernando Pessoa. Ho imparato ad amare il Portogallo, prima ancora d’esserci stato, proprio grazie alle poesie di Pessoa, autore che qualcuno definisce, insieme a Pablo Neruda, come il poeta più rappresentativo del ventesimo secolo.

Ho avvertito il desiderio irreferenabile di conoscere questo straordinario Paese, subito dopo aver letto Sostiene Pereira, (capolavoro letterario del nostro Antonio Tabucchi): ho voracemente divorato il libro nel corso di una notte insonne di tanti anni fa; il mattino seguente, colto da “eroico furore”, mi misi subito all’opera e cominciai a pianificare quello che, col senno di poi, si sarebbe rivelato come uno dei viaggi più belli della mia vita.

Potrei raccontare di innumerevoli borghi, villaggi e città che mi hanno rubato il cuore lungo un affascinante itinerario che mi ha permesso di ammirare incantevoli paesaggi dal nord al sud del Portogallo; a titolo meramente esemplificativo, mi limiterò a descrivere le sensazioni vissute calpestando il suolo di un luogo simbolo, una vera icona del Paese lusitano: Cabo da Roca.

Arrivo a destinazione in questo estremo lembo occidentale d’Europa nelle prime ore di un mattino di Settembre: la nebbia della notte tarda a dissiparsi, il luogo circostante, contrassegnato da un suggestivo faro che svetta su una rupe, si presenta ai miei occhi drammaticamente solitario e battuto da un forte vento… ma lo scenario desolato non mi dispiace affatto.

In fondo è proprio ciò che mi aspettavo di vedere in un punto geografico che, come recita testualmente una targa posta ai piedi del faro, è un luogo “onde a Terra se acaba e o mar começa”, letteralmente “dove la Terra finisce ed il mare comincia”, un luogo che per molti in passato rappresentava non semplicemente il confine occidentale d’Europa, bensì… la fine del mondo!

Lo spettacolare paesaggio che ammiro dalla scogliera a strapiombo, mentre la nebbia pian piano si dissolve, mi offre l’opportunità di vivere un momento di intensa emozione.

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Il mio breve racconto su Cabo da Roca termina qui, ma ciò che rimarrà per sempre custodito nel mio cuore è il ricordo di un viaggio fantastico in una Terra di cui mi sono perdutamente innamorato e dove un giorno, presto o tardi, mi auguro di poter ritornare.

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P.S.: Se siete interessati ad eventuali approfondimenti e consigli pratici sul mio viaggio in Portogallo, vi invito a leggere la relativa pagina del mio blog, nella sezione “i miei viaggi”.

16 pensieri riguardo “Laddove finisce la Terra e comincia il mare…

  1. Che bello! Non ci sono mai stata ma dalla tua descrizione sembra proprio un posto suggestivo dove può valere veramente la pena di andare almeno una volta nella vita. Di solito si parla sempre della Spagna e forse ingiustamente il Portogallo è trascurato dalla maggior parte della gente.

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    1. Hai ragione, Paolina: è proprio una terra ricca di fascino, cultura e bellezze naturali!
      Grazie per il tuo gradito commento e continua a seguirmi sul blog 🙂

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  2. Ci sono stata ed è davvero un posto unico che mi è rimasto nel cuore 😊

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    1. Sono assolutamente d’accordo con te e ti ringrazio molto per aver condiviso il mio pensiero su un posto davvero unico per le emozioni che riesce a trasmettere 🙂

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  3. Uno spettacolo della natura, un angolo di mondo dove regna pace e tranquillità

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  4. Amo molto il Portogallo e anche cabo da roca ma trovo assai più spettacolare cabo sao vicente. 😉

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    1. Ho visto le foto di Cabo Sao Vicente sul tuo blog e devo dire che sono davvero spettacolari! Se un giorno mi ritroverò a passare da quelle parti non mi lascerò scappare l’opportunità di visitare quest’altro luogo assai suggestivo. Grazie per il suggerimento 😉

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      1. Grazie.. in effetti assomiglia un po alle cliffs of moher irlandesi..cabo da roca invece dà meno vertigini 😉 se vai a cabo sao vicente dicono che quello è il punto più a Ovest d Europa.. cmq se capiti là cerca di visitare interno del Faro uno dei più strategici al mondo. Bellissimo 😉

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  5. Wow, questa sì che è una tappa da non perdere…

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  6. Bellissimo Paese…ci sono stato anni fa, a Lisbona e Sintra: è un paesaggio che ha certe particolarità, ma è comunque affascinante! Bellissimo resoconto! 🙂

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    1. Grazie Luca, condivido il tuo pensiero sul fascino che sprigiona da questo estremo lembo occidentale d’Europa!
      Spero di ritrovarti ancora fra i lettori del mio blog…
      Un caro saluto 🙂

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      1. Ciao Giovanni, grazie! Ricapiterò di sicuro sul tuo blog! Buona serata! 🙂

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  7. Se Cabo da Roca ha suscitato tante emozioni in te, la prossima volta prova ad andare a Cabo Espichel. 😉 Capirai a cosa mi riferisco appena ci metterai piede.
    Buona giornata. Un saluto atlantico, L.

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    1. Ho appena visto qualche immagine di Cabo Espichel: mozzafiato!
      Ti ringrazio per la dritta Lilly, mi hai fornito un’altra buona ragione (qualora ce ne fosse bisogno) per prendere in considerazione la possibilità di una nuova avventura in terra lusitana 😉

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