La Russia è certamente un Paese di straordinaria bellezza, ricco di fascino e cultura. Eppure, nonostante il crollo del comunismo abbia dissolto come neve al sole l’Impero Sovietico, la cui inquietante immagine incombeva su tutto il mondo occidentale sino a qualche decennio fa, tuttavia per noi Europei questo Paese rimane a tutt’oggi difficile da interpretare e decifrare; non a caso chi ha avuto l’opportunità d’esserci andato, è quasi sempre tornato indietro con la sensazione di non aver svelato del tutto la cortina di mistero che ancora lo avvolge… è tornato con la consapevolezza di non aver risolto l’enigma.
La Russia non è una meta privilegiata dal turismo italiano e, in genere, chi dal nostro Paese si indirizza verso l’antica Repubblica Socialista Sovietica, lo fa con un pizzico di istintiva diffidenza e preferisce affidarsi ad un gruppo organizzato, piuttosto che partire in solitario.
Ho cominciato a pianificare il mio viaggio in Russia con qualche mese d’anticipo e ciò mi ha concesso di acciuffare un’ottima combinazione aerea: con poco meno di duecento euro mi ritrovo in mano i biglietti di un volo multiscalo della Lufthansa, con partenza da Palermo ed arrivo a San Pietroburgo (passando da Monaco di Baviera) e con ritorno da Mosca, con fermata intermedia a Zurigo.
Per completezza d’itinerario, mi rimane da coprire la tratta interna da San Pietroburgo a Mosca: sono circa ottocento chilometri che alcune compagnie aeree offrono a prezzi più o meno sostenuti. Io decido di seguire un’altra strada, più precisamente la strada ferrata. Lancio la ricerca su Internet e scopro che esiste un treno superveloce (chiamato Sapsan) che percorre l’intero tragitto in sole quattro ore. Vi sono collegamenti notturni e diurni: opto per il viaggio diurno, pensando che questa è un’occasione irripetibile per godere anche della bellezza del paesaggio.
Sul Web numerose agenzie di intermediari vendono il biglietto on line a prezzi variabili dai settanta ai cento euro a persona. Il costo mi sembra un tantino “gonfiato”, pertanto proseguo le ricerche sino ad approdare al sito ufficiale delle ferrovie russe: il sito è scritto prevalentemente in caratteri cirillici e le poche indicazioni in inglese mi appaiono abbastanza lacunose; tuttavia, mi armo di pazienza e scopro che la singola tratta San Pietroburgo – Mosca viene venduta ad un prezzo inferiore ai trenta euro! Procedo con l’operazione (aiutandomi, laddove possibile, con Google Translator), ed infine, con compiacimento e soddisfazione, ricevo via email l’agognato ticket elettronico in formato pdf.
Il primo impatto, seppur digitale, con l’universo Russia, mi fa capire che da quelle parti le cose sono forse ancor più complicate di quanto ci si potrebbe aspettare. La maggior parte dei siti Internet, ad esempio, persino quelli a vocazione dichiaratamente turistica, non presentano nessuna opzione linguistica: vi è solo la versione in cirillico.
Ho sempre pensato che viaggiare è anche una maniera di vincere l’inerzia ed imparare qualcosa di nuovo e così, mi tuffo su “Duolingo” ed inizio un corso intensivo di Russo per anglofoni (purtroppo su questa validissima piattaforma non è ancora presente il corso di Russo per studenti italiani…): la prendo come una scommessa con me stesso ed alla fine, dopo un paio di mesi di esercitazioni, ho la sensazione d’aver fatto qualcosa non solo di utile, ma persino di divertente! In breve raggiungo un livello di conoscenza elementare della lingua russa che, una volta sul posto, non mi consentirà, certamente, di intrattenermi in conversazioni impegnate su politica o religione con i Russi, ma mi permetterà di dire qualche semplice parola di uso comune e, soprattutto, mi renderà perfettamente familiari quei caratteri cirillici la cui conoscenza, specie a Mosca, si rivelerà veramente importante, oserei dire determinante.
Come dicevo poc’anzi, è difficile trovare pagine in inglese persino sui siti ufficiali di alberghi e ristoranti pertanto, durante la fase della pianificazione, decido di scendere a compromesso e mi rivolgo ad uno dei classici motori di ricerca on line (nella fattispecie “booking”) per prenotare gli alloggi mentre invece, di norma, preferisco contattare direttamente le strutture, senza l’ausilio di intermediari. Mi ritengo, comunque, ampiamente soddisfatto della scelta: a San Pietroburgo trovo un delizioso ed economico alberghetto a tre stelle, giusto sulla Prospettiva Nevsky, arteria principale della città, teatro degli eventi di maggiore importanza nella storia dell’intero Paese (ivi compresa la famigerata Rivoluzione d’Ottobre).
L’Hotel si chiama Nevsky Contour (sito Web), è ubicato al terzo piano (con ascensore) di un edificio che si trova in un grazioso cortile che si affaccia proprio sulla Prospettiva, cortile a cui si accede direttamente dal viale, passando attraverso un arco.
Camera sufficientemente spaziosa e confortevole, personale disponibile, gentile e con una buona conoscenza della lingua inglese (la qual cosa non è sempre del tutto scontata in un Paese come la Russia), colazione accettabile, posizione (come già detto) superba, prezzi onestissimi (meno di ottanta euro per la doppia).
Unica macchia: all’atto del check-in vengo cordialmente invitato a rilasciare una recensione positiva dell’albergo su Tripadvisor; una volta fornita la prova documentale dell’avvenuta pubblicazione della recensione, mi si dice che in segno di “ricompensa” mi verrà erogato un bonus di mille rubli da spendere a piacimento per eventuali servizi extra (quali, ad esempio, l’uso del mini-bar).
Negli ultimi quindici anni ho scritto centinaia di recensioni per Tripadvisor, ma sempre in regime di assoluta libertà. Nel momento in cui un esercente dice esplicitamente d’esser pronto ad offrirmi un corrispettivo per la mia recensione… è un po’ come volermi corrompere e, francamente, non lo trovo giusto. Oltretutto, nel caso specifico, l’albergo è davvero carino quindi, non credo abbiano alcun bisogno di ricorrere a simili “trucchetti” per forzare la mano dei loro clienti.
Per dovere di cronaca ho scritto la mia recensione su Tripadvisor senza dir loro nulla, non mi sono lasciato condizionare dal disdicevole episodio nel giudizio sull’albergo (che è rimasto, comunque, positivo), ma non mi sono neppure lasciato sfuggire l’occasione di segnalare al popolo di Internet tutto il mio disappunto per questa proposta “anomala”. Ho rinunciato ai mille rubli ma ho salvato la dignità di recensore onesto!
Anche a Mosca la scelta sull’albergo si rivela decisamente azzeccata, poichè ricade su “Tverskaya 12”, un mini hotel che occupa un piano intermedio di un palazzone dell’era comunista. L’edificio a prima vista appare leggermente in decadenza, ma è ubicato sulla Tverskaya, una centralissima grande arteria di comunicazione su cui sfilavano (e forse sfilano tutt’ora) i carri armati e l’esercito durante le parate militari, un enorme rettilineo adornato da numerosi e stupendi palazzi monumentali, un nastro d’asfalto che conduce direttamente alla Piazza rossa ed al Cremlino, che distano dal mio albergo appena ottocento metri: in pratica giusto il tempo di una piacevole passeggiata a piedi della durata di circa dieci minuti.
Gentilezza, disponibilità, stanza ampia e confortevole, prezzi contenuti e, come valore aggiunto, colazione in camera senza costi supplementari.
Se desiderate dare uno sguardo al sito potete cliccare qui. Tuttavia, vi anticipo che non ci si capisce quasi nulla in quanto vi è solo la versione in cirillico ed anche qui manca l’opzione per la scelta di eventuali altre lingue…
Un’altra informazione pratica: il semplice passaporto non è ritenuto sufficiente per l’ingresso in Russia; occorre il visto d’ingresso e la procedura per ottenerlo è a dir poco laboriosa (oltre che costosa).
Occorrono una serie di certificati, fotografie, lettere di invito, assicurazioni sanitarie; bisogna essere in possesso di un passaporto con almeno sei mesi residui di validità e con due pagine bianche attigue e disponibili, su cui verrà incollato il visto e verranno apposti i timbri; bisogna, inoltre, riempire in modo dettagliato un modulo nel quale vengono poste una serie di domande specifiche persino sulla vita privata (situazione familiare, dati relativi al datore di lavoro, etc. etc.).
L’operazione può essere condotta personalmente, raccogliendo tutta la documentazione ed inoltrandola all’ambasciata… poi non rimarrà alto che attendere circa dieci giorni, incrociando le dita e sperando sull’esito positivo. In alternativa, ci si può rivolgere alle agenzie specializzate per il turismo con la Russia, presenti in Italia nelle più grandi città. Nel primo caso il costo è di poco inferiore a cento euro, nel secondo leggermente più caro poiché, in genere, le agenzie chiedono circa dieci o quindici euro di commissione per il servizio. Io mi sono rivolto ad un’agenzia a pochi passi da casa ed in totale ho speso 109 euro.
Il mio areo della Lufthansa proveniente da Monaco atterra a San Pietroburgo con la proverbiale puntualità tedesca. Il controllo di sicurezza si rivela (naturalmente) molto attento e minuzioso, il giovane poliziotto addetto al servizio assume un’aria severa che contrasta con i tratti poco più che adolescenziali del suo viso; non parla inglese ma, in qualche modo, riesce a farmi capire che vuole visionare anche la carta d’imbarco del volo con cui sono appena arrivato. Alla fine appone il timbro d’ingresso sul mio passaporto e, inaspettatamente, abbozza un sorriso e pronuncia in italiano una frase che vuole essere di benvenuto: “Ciao, Italia bella!”
Per il transfer dall’aeroporto alla città, avendo sentito numerose storie relative all’inaffidabilità dei tassisti russi, mi sono rivolto a Lingotaxi (vedi sito), una compagnia di noleggio auto con conducente che opera su tutto il territorio della Federazione Russa. Vi sono diverse compagnie di tal genere ma la mia scelta è ricaduta su Lingotaxi per tre ragioni: in primo luogo per le numerosissime ed unanimi recensioni estremamente positive lette su Internet, in cui si sottolinea l’efficienza e l’affidabilità del servizio offerto da questa agenzia; in secondo luogo perché Lingotaxi è l’unica compagnia nel suo genere, che garantisce la presenza di autisti che parlano in Inglese; infine, perché le tariffe praticate sono abbastanza economiche, comunque in linea con quelle degli altri competitors. A proposito: è possibile pagare on line con carta di credito al momento della prenotazione oppure, in alternativa, si può pagare cash direttamente all’autista che accetta non solo rubli, ma anche le principali monete straniere (fra queste, ovviamente, anche l’euro).
La città di San Pietroburgo mi appare subito in tutto il suo splendore: strade pulite ed ariose, palazzi d’epoca perfettamente restaurati, numerosissimi ponti che attraversano i tanti canali di cui la città è ricca e che, per certi versi, la rendono simile ad altre grandi città del nord-Europa, su tutte, Stoccolma.
Gli enormi marciapiedi, a tutte le ore del giorno e della notte, brulicano di persone che non si muovono in modo caotico e confusionario: il quadro d’insieme risulta sempre armonioso ed ordinato.
Contrariamente a ciò che si potrebbe supporre, San Pietroburgo non appare agli occhi del visitatore una città austera ma, al contrario, allegra e vitale. Sulla Prospettiva Nevsky si susseguono artisti di strada d’ogni genere: pittori, mimi, giocolieri… mi imbatto persino in una eccentrica vecchia signora che si lascia andare ad un ballo improvvisato sulle note musicali di uno dei tanti gruppi rock amatoriali che animano i marciapiedi della città.
In barba al Regime comunista che per quasi un secolo ha cercato di sopprimere il sentimento religioso della popolazione, le tante Chiese e Cattedrali che adornano la città sono il segno tangibile della profonda religiosità insita nell’animo del popolo russo.
Immancabile una visita alla Cattedrale di Kazan (ingresso libero), ed a quella di Sant’Isacco (ingresso a pagamento per 250 rubli), che colpisce tutti i visitatori per la sua superba cupola dorata che svetta alta nel cielo e che la rende facilmente visibile da molti punti della città.
Ed a proposito di edifici religiosi, uno dei momenti più emozionanti durante la mia visita a San Pietroburgo è stato allorquando, percorrendo la prospettiva Nevsky, ad un tratto, volgendo lo sguardo verso uno dei tanti canali laterali, dinanzi ai miei occhi si è stagliato il maestoso profilo di quella che, certamente, è una delle chiese più famose dell’intero Paese: la Chiesa del Salvatore sul Sangue versato.
Resto incantato con il naso all’insù ad ammirare la meraviglia sconfinata di questa grande opera di architettura religiosa. I colori della sua facciata risplendono sotto i raggi del sole anche se, purtroppo, la guglia più alta è coperta da lavori di restauro. La Chiesa porta questo strano nome poiché fu edificata proprio nel luogo in cui, sul finire del XIX secolo, venne assassinato lo Zar Alessandro II. Occorsero più di vent’anni per la sua realizzazione ma il risultato è davvero un magnifico esempio di stile russo-ortodosso.
Non mi lascio scoraggiare dalla lunga coda alle casse ed acquisto un biglietto d’ingresso per ammirare la stupenda chiesa anche al suo interno; le mie aspettative non vengono deluse: un trionfo di marmi, icone religiose e mosaici di rara bellezza.
Confesso che la visita di questa Chiesa ha lasciato nel mio cuore un ricordo davvero indelebile. Le giornate sono molte lunghe nell’antica capitale della Russia zarista, la luce del sole continua a risplendere fino a tarda sera e così, all’uscita dalla Chiesa, mi concedo una rilassante passeggiata nell’adiacente Parco Michajlovskij, una propaggine del famigerato Giardino d’Estate, che è il più antico fra i tanti parchi che adornano ed arricchiscono San Pietroburgo.
Altro momento topico del mio soggiorno in questa straordinaria città è rappresentato dalla visita del Museo dell’Hermitage, che ospita una delle più importanti collezioni d’arte del mondo.
Pianificate almeno quattro o cinque ore, perché all’interno c’è proprio tanto da vedere, dai dipinti di Leonardo alle sculture del Canova, dalle tele di Van Gogh a quelle di Picasso, sino a giungere ad una stanza che espone persino un paio di quadri di Renato Guttuso. Insomma: ce n’è per tutti i gusti!
Sin dalle prime ore del mattino la fila all’ingresso è davvero interminabile e per conquistare l’agognato ticket (al costo di 700 rubli) mi occorrono quasi due ore. Alla fine, comunque, lo sforzo è ampiamente ripagato. Tuttavia, alla luce dell’esperienza vissuta direttamente, vi consiglio di acquistare il biglietto on line sul sito Internet: non da diritto ad alcuno sconto, ma almeno vi risparmierete l’attesa interminabile al botteghino…
Nel pomeriggio proseguo la mia marcia alla scoperta dell’ex Leningrado, sino a giungere al Piazzale delle Colonne Rostrate per ammirare la città da un’altra angolazione. Le colonne sono due gigantesche opere monumentali innalzate sulla punta dell’isola di San Basilio e da qui si gode di una meravigliosa vista sulla fortezza (nucleo originario della città) e sulle guglie della Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo.
Nell’ultimo giorno di permanenza a San Pietroburgo mi concedo una gita fuori porta sulle rive del Golfo di Finlandia, a Peterhof, antica reggia dello zar, edificata all’inizio del ‘700 per volere di Pietro il Grande: si dice che la reggia, con il meraviglioso parco che la circonda, faccia parte delle sette meraviglie della Russia.
Peterhof dista una trentina di chilometri dal centro città ed i collegamenti via terra, con i mezzi pubblici, non sono particolarmente semplici. All’andata mi affido ancora una volta a Lingotaxi che con soli 1500 rubli (l’equivalente di circa venti euro) mi “trasla” comodamente sino all’ingresso principale del Parco. Al ritorno preferisco scegliere la via del mare e mi imbarco sull’Hydrofoil, una specie di aliscafo che dopo quaranta minuti di piacevole navigazione lungo la baia del Golfo di Finlandia, mi “scarica” sul molo antistante la zona dell’Ammiragliato e del Museo Hermitage, a circa quindici minuti di cammino a piedi dal mio albergo.
Peterhof è nota non solo per le bellezze del Palazzo ma anche, e direi soprattutto, per la magnificenza del Parco che lo circonda e per le numerose fontane che lo caratterizzano con gli innumerevoli zampilli e giochi d’acqua. A mio parere, non si può andar via da San Pietroburgo senza aver lasciato le impronte delle proprie scarpe sul giardino di Peterhof. Le immagini credo che parlino da sole…
Come ho avuto spesso l’occasione di dire nel mio blog, la conoscenza di un luogo non può considerarsi esaustiva se si prescinde dall’elemento culinario. In genere, tra i miei tanti difetti non rientra quello della golosità, tuttavia, camminando per le strade del mondo, ritengo imprescindibile bussare alla porta di taverne o piccoli ristorantini dove è possibile gustare i piatti autentici della tradizione locale e, contestualmente, scrutare la gente del luogo, osservando le loro abitudini, il loro modo di essere nei momenti di rilassatezza e convivialità.
Ho potuto “testare” diversi ristoranti sia a San Pietroburgo che a Mosca. In genere, posso dire che lo standard qualitativo, pur essendo distante da quello nostrano, è comunque buono.
Tra le varie soluzioni ho particolarmente apprezzato alcune piccole osterie, spesso ubicate sotto il livello della strada, dove ancora si respira un’aria decisamente “sovietica”: ambiente rustico, direi spartano, piatti genuini e senza fronzoli, figli di una cucina semplice e calorica (prevalentemente zuppe, patate, carne…), prezzi popolari, quasi imbarazzanti (basti pensare che per una portata principale, in media, i costi si aggirano fra cento e duecento rubli, l’equivalente di due euro, o poco più).
Diventa impresa sempre più ardua trovare posti di tal genere in Russia; certamente non sono posti per le multinazionali del turismo di massa, del cosiddetto turismo “organizzato”, per intenderci. Tuttavia, uscendo dalle piste più battute, con un pizzico di buona sorte è possibile scoprire alcune di queste piccole gemme nascoste, miracolosamente sopravvissute ai colpi inferti dalla globalizzazione. Vi assicuro che l’esperienza è unica ed indimenticabile: si ha come l’impressione di fare un salto indietro nel tempo.
A San Pietroburgo consumo una delle mie cene al Kvartirka Soviet Cafe, ubicato al piano seminterrato di un anonimo edificio sulla Prospettiva Nevsky: non ci sono sorrisi e salamelecchi per i clienti, nessuno si prende la briga di rivolgerti la parola in inglese, l’unica lingua di comunicazione è il russo… in alternativa: i gesti! Per fortuna il menù riproduce le foto delle pietanze e vi assicuro che questo è già di grande aiuto per evitare di ritrovarsi a mangiare, senza colpo ferire, polmone di vitello.
Tavoloni di legno, tovaglie a quadrettoni rossi, sugli scaffali antichi cimeli del tempo che fu, qualche disco di vinile appeso alle pareti e da una vecchia radio le note di canzoni démodé, tra le quali gli immancabili cavalli di battaglia dei vari Al Bano, Toto Cutugno ed i Ricchi e i Poveri che, da queste parti, pare che abbiano ancora un certo credito.
Se invece volete consumare un pasto veloce della serie “fast-food”, vi suggerisco di scartare la solita squallida opzione McDonald (che comunque è immancabilmente presente anche a queste latitudini) e fate come me! Fermatevi in uno dei tanti self-service della catena di ristorazione più amata dai russi: My-My (che non si pronuncia “mai-mai”, ma si pronuncia “mu-mu”). A cifre contenute potrete gustare alcune specialità tipiche e l’esperienza si rivelerà molto più interessante.
Giusto per chiudere il cerchio sulla questione cibo e non tornarci più, mi sembra opportuno segnalare come validissima alternativa, soprattutto a Mosca, i ristoranti georgiani: la cucina georgiana è economica e molto gustosa ed al di là delle vicende politiche degli ultimi decenni, fa parte integrante della tradizione gastronomica della Russia.
Il mio ristorante georgiano a Mosca si chiama Khachapuri, in Bolshoi Gnezdnikovskiy, una piccola traversina sulla Tverskaya, a quindici minuti a piedi dalla Piazza Rossa: ambiente accogliente ed informale, camerieri molto gentili, pietanze squisite e prezzi onestissimi. Seduti ai vari tavoli non scorgo turisti, ma solo tantissimi avventori locali e questo fatto, non so bene il perché, mi rende il posto ancor più gradevole.
Ed a proposito di Mosca, come dicevo all’inizio del mio post, arrivo alla stazione ferroviaria della capitale della Federazione Russa con un treno diretto e superveloce, prenotato in anticipo sul Web a meno di trenta euro: un vero affare!
Il viaggio è reso piacevolissimo non solo per via del mezzo di trasporto, moderno ed estremamente confortevole, ma anche e soprattutto per lo splendore dei paesaggi che si susseguono quasi come scene tratte da un documentario sulle bellezze della Natura: pinete a perdita d’occhio, fiumi, villaggi, pianure sconfinate, praterie. Mi viene difficile immaginare questi stessi paesaggi, in un’altra stagione dell’anno, completamente avvolti da un inesorabile manto bianco…
Il primo contatto con la città di Mosca è quello con la Metropolitana che mi porta in albergo: qualcosa di incredibile! Ho viaggiato nelle metropolitane di mezzo mondo, da New York a Londra, da Sydney a Parigi, ho avuto il privilegio di vedere anche la metropolitana di Stoccolma che fino a questo punto ritenevo essere la più suggestiva al mondo, ma non avevo mai visto qualcosa di simile… più che una metropolitana, sembra un Museo, con colonne di marmo, capitelli, volte decorate ai soffitti, lampadari con pendoli di cristallo, per farla breve: un vero capolavoro.
Esco in superficie dopo così tanta sorpresa suscitata da quell’inimmaginabile mondo sotterraneo. Il breve tragitto a piedi che mi separa dal mio albergo è già sufficiente per farmi capire che Mosca, rispetto a San Pietroburgo, è davvero un altro mondo: la città sul Baltico profumava, in un certo senso, ancora d’Europa; Mosca, invece, è un Universo a sé, è gigantesca, monumentale, oserei dire fiabesca, fuori dal tempo, in prima battuta appare quasi inquietante.
Le strade cittadine sono generalmente a sei corsie e molte di esse possono essere attraversate solo mediante passaggi sotterranei dove scorre una vita parallela a quella di superficie, con tanto di negozi, vetrine, scale mobili, ascensori, segnaletiche direzionali (tutte rigorosamente ed esclusivamente in cirillico). I palazzi sono incredibilmente sfarzosi, sembrano esser lì per manifestare al mondo intero l’opulenza e, soprattutto, la forza. Alcuni di essi mettono ancora in bella mostra gli inquietanti simboli di un passato recente forse troppo breve da dimenticare…
Dall’albergo alla Piazza Rossa il passo è breve: appena dieci minuti di cammino. Varcata la porta d’Ingresso della Piazza, lo spettacolo è di quelli che rimangono impressi per sempre nella mente, rimango a guardare senza parole, la meraviglia e lo stupore prevalgono su tutti gli altri sentimenti. Percorro la Piazza longitudinalmente sino ad arrivare ai piedi della Basilica di San Basilio, una delle icone della città di Mosca, fatta erigere nel XVI secolo dal famigerato Ivan il terribile; l’emozione è davvero indescrivibile…
Considerando il costo della vita in Russia, il prezzo d’ingresso alla Basilica praticato ai soli cittadini stranieri è quasi una rapina a mano armata: 1000 rubli (circa quindici euro)!
Tuttavia, decido ugualmente di acquistare il ticket; in fondo a pensarci bene, al di là delle spesso pretestuose questioni di principio, quindici euro è quanto si spende in media in Italia per una pizza ed una birra e, di certo, non capita tutti i giorni l’opportunità di visitare una meraviglia come quella che mi sta davanti, sicuramente una delle Chiese più celebri al mondo. L’esperienza, mi dico, varrà sicuramente molto di più di una pizza ed una birra!
L’interno della Basilica è altrettanto stupefacente quanto il suo esterno: all’interno della Chiesa vi sono, in realtà, nove piccole Chiese, collegate fra loro da un sistema di gallerie e passaggi e sembra che ogni epoca abbia lasciato la sua impronta nello sviluppo architettonico della Basilica nel suo complesso. La leggenda racconta che Ivan il Terribile abbia ordinato di accecare gli architetti, creatori di una così bella cattedrale, per non far loro replicare né superare il proprio operato. Non mi è dato di sapere se dietro questa leggenda vi sia un fondo di verità.
Se vi trovate nella Piazza rossa non perdetevi il suggestivo Cambio della Guardia, che si celebra ogni ora proprio davanti al monumento al Milite Ignoto. Non aspettatevi l’atmosfera festosa che si respira a Buckingham Palace, tuttavia anche questo, a modo suo, è uno spettacolo carico di fascino, seppur estremamente sobrio ed austero..
Altro appuntamento da non perdere, sempre all’interno del perimetro di questa spettacolare piazza, è la visita del Mausoleo di Lenin, che conserva il corpo perfettamente imbalsamato del leader della rivoluzione comunista. La porta del Mausoleo viene aperta (gratuitamente) ai visitatori solo in alcuni giorni specifici della settimana in orario antimeridiano, occorre quindi informarsi al fine di pianificare la visita nel giorno giusto.
Il mio giorno è un martedì qualunque di Agosto, mi presento di prima mattina e la coda di gente è davvero interminabile, arriva sin quasi alla Tverskaya. Dopo lunga attesa, passo attraverso un metal-detector ed infine accedo all’interno di una stanza buia in cui, attraverso una teca di vetro trasparente, vedo ad un metro di distanza da me l’uomo che proprio un secolo fa ha cambiato il corso della storia: Vladimir Lenin! Lo stato di conservazione è talmente perfetto da non sembrare neppure morto, sembra quasi che riposi beatamente. Mi soffermo forse qualche secondo più del dovuto ed una delle tante guardie poste a sorveglianza mi invita bruscamente a procedere oltre ed a lasciare il passo ai visitatori che seguono alle mie spalle.
All’uscita, scorgo ad un lato del Mausoleo la tomba di Stalin con un mazzo di fiori rossi deposto sulla superficie della lapide. Il fatto che Stalin sia passato alla storia come uno dei più feroci dittatori non appare agli occhi dei russi una condizione sufficiente per mettere in discussione il loro passato di cui, nonostante tutto, credo continuino ad andare orgogliosamente fieri. Da queste parti non sembra esserci spazio per alcuna forma di revisionismo storico.
Adiacente alla Piazza Rossa si trova la fortezza del Cremlino, una vera e propria cittadella fortificata posta nel centro geografico e storico della città di Mosca, sulla riva sinistra del fiume Moscova. La fortezza un tempo era la dimora dei principi moscoviti, oggi è invece la residenza del presidente russo ed uno dei luoghi più visitati del Paese.
Il complesso comprende attualmente diversi palazzi e cattedrali, circondati dal muro del Cremlino sul quale si trovano le torri fortificate. Da un lato, come dicevo, la muraglia confina con la Piazza Rossa.
Si può visitare il Palazzo dell’Armeria ed il piazzale delle Cattedrali, dove è possibile ammirare, tra le altre cose, il famoso “cannone dello Zar”. I biglietti per le due attrazioni sono, comunque, separati e, ancora una volta, la decisione di acquistarli on line rimane la più saggia, se non si vuole rimanere intrappolati ai botteghini. La coda per la visita dell’Armeria è talmente lunga che mi vedo costretto a declinare e limitare la mia visita al solo territorio intorno alla Piazza delle Cattedrali. Costo del biglietto: 500 rubli ma, così come immaginavo, lo spettacolo giustifica ampiamente il denaro versato.
Mi rimane del tempo per una passeggiata nell’Arbat, una via pedonale storica di Mosca, conosciuta per essere stata particolarmente cara in passato ad artisti ed intellettuali. Oggi è solo una delle maggiori attrattive turistiche della città, ma nulla di più, una sorta di “tourist trap”. Per gli amanti del genere La via Arbat è anche un ottimo luogo in cui comprare souvenir d’ogni tipo.
Ancora un quarto d’ora di cammino e giungo alla Cattedrale del Cristo Salvatore, la chiesa ortodossa più alta della città, posta sulla riva del fiume Moscova, non lontano dal Cremlino. La chiesa venne fatta erigere dallo Zar per celebrare le vittorie contro le truppe napoleoniche ma nel 1931, su ordine di Stalin, venne fatta saltare in aria e ridotta ad un cumulo di macerie. Soltanto dopo la dissoluzione dell’Impero Sovietico iniziarono i lavori per la ricostruzione ed oggi il tempio si presenta agli occhi dei suoi visitatori in tutto il suo splendore.
L’ingresso all’interno della Chiesa è gratuito… sarà un caso ma arrivo sul posto alle undici del mattino e trovo il portone desolatamente chiuso. Pazienza! Non potrò vedere l’interno del Tempio (che mi dicono essere di straordinaria bellezza) ma mi rifaccio affacciandomi dal ponte che conduce alla Cattedrale, ammirando un panorama mozzafiato sulla Moscova e sulle torri del Cremlino.
Sono arrivato alla fine della mia permanenza nella capitale russa e l’ultima sera, dopo aver consumato un sostanzioso pasto in una “stolovaya” (una sorta di osteria tradizionale dal sapore vagamente nostalgico per l’era sovietica), non mi rimane che tornare ancora una volta nella mitica Piazza Rossa, per ammirarla sotto il tripudio delle luci e dei colori della notte.
Il tempo è un’estensione dell’anima, diceva Sant’Agostino, e difatti ho come l’impressione che il mio tempo di permanenza in questo affascinante e misterioso Paese sia come volato.
Ed a proposito di voli, l’aereo che mi riporterà a casa parte di buon mattino dall’aeroporto Domodedovo, che dista dal centro della città moscovita circa cinquanta chilometri. Considerando la distanza da coprire e le prevedibili lungaggini legate ai controlli di sicurezza, mi occorrerà, quindi, alzarmi presto.
Mi rivolgo ancora una volta a Lingotaxi per l’ultimo transfer del mio soggiorno in Russia. Il servizio, come sempre, è impeccabile. Alle cinque e mezza del mattino mi arriva puntuale un messaggio al cellulare: è l’autista di Lingotaxi che mi augura il buongiorno e mi ricorda del nostro appuntamento mattutino.
Con mia somma sorpresa l’autista è un giovane italiano: si chiama Tiberio ed è nativo di Roma. Durante il tragitto per l’aeroporto mi racconta un po’di sé: nonostante abbia solo trent’anni o poco più, si è già lasciato alle spalle una vita in giro per il mondo fra mille lavori ed esperienze diverse. Adesso mi dice d’aver trovato il suo punto di equilibrio in Russia, dove vive da qualche tempo e dove ha conosciuto la sua compagna che gli ha fatto dono di una splendida bimba di cui mi mostra la foto.
Tiberio parla con entusiasmo della sua vita, della sua famiglia, dei suoi progetti personali e lavorativi: ha grandi idee ed enormi capacità comunicative (parla addirittura sette lingue!). Strada facendo mi racconta di luoghi inediti di Mosca, di quartieri bellissimi che sfuggono ai circuiti del turismo di massa ma che certamente vale la pena di conoscere ed apprezzare. Sarà per la prossima volta!
Prima di lasciarmi all’aeroporto, trova il tempo per prendere la mia macchina fotografica e, sporgendosi attraverso il finestrino della sua lussuosa auto, scatta per me una foto degli avveniristici grattacieli del distretto finanziario della megalopoli russa.
Infine, si propone come eventuale guida turistica per tutti coloro che hanno voglia di vedere il volto più autentico di Mosca, sotto la guida esperta di uno come lui, che la città la conosce assai bene. Mi lascia pure i suoi recapiti di contatto e mi invita a darne spazio anche sul mio blog (email: tiberiostolner1986@gmail.com; Whatsapp: +393890656223). Mi preme sottolineare che accolgo la sua richiesta in modo del tutto disinteressato, lo faccio solo perché sono convinto che Tiberio sia una guida davvero in gamba che, con la sua capacità professionale, potrebbe dare un tocco particolare al vostro viaggio a Mosca…
Mentre lo saluto cordialmente, penso che il senso del viaggio non stia soltanto nella scoperta di un nuovo luogo, ma anche, all’occorrenza, nell’ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare. E di questa verità il viaggiatore, a differenza del turista, è sempre pienamente consapevole. In fondo, non si viaggia solo solo per scattare qualche stupido selfie da “postare” su Facebook o su Instagram. Il viaggiatore più autentico, nel suo solitario ed “egregio” cammino (letteralmente: fuori dal “gregge” cioè dal gruppo), è sempre consapevole che un’esperienza completa di viaggio non possa mai prescindere dall’incontro con le persone, ponendo domande ed ascoltando risposte.
Ciao Giovanni ,mi ha preso un po ‘di tempo per leggere questo articolo di più lungo perché mio italiano non è buono e per renderlo giustizia dovrò leggere di nuovo. ( due o tre volte) Descrivi il tuo viaggio in Russia nel tuo bellissimo stile.
La Russia che hai descritto è come ho immaginato interessante, bellissima ma con l’impressione che qualcosa non è per te da vedere . Sembra che tu abbia avuto una esperienza meraviglioso. Lynne
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Sì, la Russia è un Paese certamente interessante, nonostante pervaso da un alone di mistero che, da un certo punto di vista, lo rende persino più affascinante. L’esperienza, proprio come dici tu, è stata meravigliosa e chissà se un giorno avrò la possibilità di ripeterla… mi piacerebbe molto!
Grazie per l’attenzione che dedichi sempre ai miei articoli 🙂
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Fantastico! Ancora non so se andrò in Russia o a San Pietroburgo ma intanto ho cominciato a viaggiare grazie a questo tuo articolo bellissimo, esaustivo e molto interessante! Grazie per avermelo segnalato!
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Grazie a te Alessia, per averlo letto ed apprezzato.
Se deciderai di andare, conta pure su di me per informazioni d’ogni tipo ed eventuali suggerimenti 🙂
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