Il mio viaggio a Bucarest comincia in una qualunque domenica di fine inverno, nel divano di casa mia; sorseggio una tazza di tè mentre navigo svogliatamente su Internet. Ad un tratto, quasi senza accorgermene mi ritrovo per caso su “skyscanner” e lancio la più oziosa delle ricerche: partenza da Palermo, destinazione “ovunque”, ordina “dal più economico”.
Ed il responso del motore di ricerca è inequivocabilmente economico: Bucarest, volo a/r diretto da Palermo, a soli 14,99 euro!
Prima ancora di riflettere sull’opportunità o meno di acquistare quel fatidico volo, prima ancora di capire e valutare, mi ritrovo con la carta di credito in mano e la transazione già conclusa.
Einstein diceva che è più facile spezzare un atomo piuttosto che un pregiudizio e devo confessare che, in un certo qual modo, uno stupido pregiudizio mi aveva sino a quel momento tenuto lontano dalle storiche terre di Valacchia e Transilvania. Avevo sempre ritenuto con una buona dose di supponenza che la Romania non avesse nulla di particolarmente interessante da offrire ai suoi visitatori ed alcuni episodi di criminalità che di tanto in tanto tuttora coinvolgono migranti rumeni trapiantati nel mio Paese, mi avevano convinto che persino sul piano della sicurezza la Romania lasciasse parecchio a desiderare e, pertanto, non potesse essere considerata una meta appetibile.
Naturalmente mi sbagliavo e di ciò mi sono subito reso conto non appena messo piede in Romania. Se, dunque, è vero che talvolta “è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”, è altrettanto vero che, come diceva Mark Twain, “viaggiare è spesso fatale al pregiudizio ed al bigottismo”… almeno in questo caso è stato proprio così!
Dopo due ore di volo atterro all’aeroporto di Bucarest-Otopeni. Con estrema semplicità e con un costo di circa cinquanta centesimi, acquisto un biglietto d’autobus della linea 783 che, in meno di mezz’ora mi porta dall’aeroporto al centro città, dove è ubicato il mio albergo: Bucur Accommodation.
Ad un prezzo da ostello mi viene data una spaziosa suite dotata di ogni comfort: il personale è gentilissimo e, nonostante al mattino non sia previsto il servizio di colazione, tuttavia ad ogni ora del giorno è disponibile per gli ospiti una macchinetta per il caffè espresso ed un distributore d’acqua, collocati nella zona relax della hall, tra eleganti divanetti e comode poltroncine. In camera trovo anche un biglietto di benvenuto, con una minerale da due litri ed un cesto di frutta fresca: l’omaggio risulta particolarmente gradito.
L’albergo si trova a pochi passi da Piazza della Rivoluzione, a due minuti da Calea Victoriei (considerata l’arteria più importante della città) ed a soli cinque minuti a piedi da Lipscani e dalle altre strade pedonali del centro storico.
Mi basta davvero poco per innamorarmi di Bucarest: la città è elegante, monumentale, ariosa, estremamente vivace ed anche assolutamente sicura. Le vie del centro pullulano di ristoranti e caffè all’aperto dove si affollano fino a tarda notte, in un’atmosfera vivace e pacifica, persone d’ogni età.
Per la cena, la scelta è praticamente obbligata: Caru cu Bere, il più antico e noto ristorante della città. Il luogo lascia davvero senza parole: non esitate ad entrare in questa storica birreria di Bucarest e lasciatevi pervadere dall’atmosfera ottocentesca. Celebre punto d’incontro di intellettuali ed artisti alla fine del XIX secolo, Caru cu Bere ha conservato ancora oggi inalterata la ricca decorazione neogotica (con pavimento e rivestimenti alle pareti in legno, vetrate e pitture murali). Per le tasche degli Italiani i prezzi sono irrisori, per il loro palato la qualità del cibo appare (a mio giudizio) sufficiente o poco più. La prenotazione è necessaria, lo spettacolo è assicurato!
Il mattino seguente mi attende una lunga escursione di circa dodici ore per la visita della Transilvania e dei suoi famigerati castelli. Le strade sono abbastanza buone e pertanto, da un punto di vista economico, la soluzione migliore potrebbe essere quella di prendere un auto a noleggio (con una quindicina di euro), ed esplorare in maniera indipendente questa suggestiva regione del Paese. In alternativa, da Bucarest partono numerosi tour organizzati per la Transilvania: i turisti (con una cifra di circa cento euro a persona o poco meno), vengono dapprima caricati a bordo dei classici mega pullman e successivamente accompagnati in truppa nei posti più rappresentativi di questa terra di confine tra Valacchia, Moldavia ed Ungheria.
Scartando quest’ultima ipotesi (per evidente incompatibilità con la mia personalissima idea di viaggio) ma, al tempo stesso, volendo ottimizzare i tempi senza assumermi la briga di trafficare con mappe stradali, navigatori satellitari e parcheggi, mi sono rivolto ad un’esperta guida locale (https://www.thefixers.eu/) che a prezzi assolutamente onesti (circa duecento euro, in totale) ha messo a disposizione per un’intera giornata il suo mini-van, accompagnando il mio gruppo (di cinque persone) in un viaggio esplorativo e monografico alla scoperta delle meraviglie della Transilvania. L’intera escursione è stata ritagliata su misura in base alle nostre esigenze, siamo stati noi a stabilire i tempi di permanenza in ogni sito visitato e, durante il tragitto, abbiamo avuto anche la possibilità di proporre modifiche estemporanee all’itinerario prefissato in partenza, sempre con la massima disponibilità del nostro accompagnatore, che si è dimostrato, peraltro, un profondo conoscitore dei luoghi e della storia. Valore aggiunto: il suo inglese si è rivelato davvero impeccabile! Per chi volesse saperne di più, vi invito a cliccare su questo link per leggere la mia recensione lasciata su Tripadvisor in merito a questa esperienza.
Lungo la strada i paesaggi sono davvero incantevoli e, ad ogni curva, si aprono scenari a dir poco mozzafiato, in virtù di un territorio che regala forti emozioni grazie alle tante inaspettate attrazioni che lo caratterizzano.
Da segnalare, la suggestiva tappa al Monastero di Sinaia, imponente edificio religioso ortodosso racchiuso all’interno di un bellissimo complesso monastico, noto anche come la “Cattedrale dei Carpazi”.
Altro momento topico è rappresentato dalla visita al castello di Peles, una delle più belle residenze reali d’Europa, costruita verso la fine del 19° secolo, in stile neorinascimentale tedesco, su un’altura nei Carpazi, lungo un percorso che collega la Transilvania alla Valacchia. Imperdibile la visita non solo del giardino circostante, ma anche e soprattutto delle bellissime sale all’interno del Castello.
Il clou della giornata è rappresentato, chiaramente, dalla visita del mitico castello di Dracula, nei pressi del villaggio di Bran. La fortezza, appartenuta, in realtà, al crudele principe Vlad III, forse a causa dell’aspetto un po’ sinistro che la caratterizza, ha ispirato lo scrittore Bram Stocker per l’ambientazione del suo celebre romanzo.
Non si può’ tornare dalla Transilvania senza aver messo piede in questo famigerato castello, appare inevitabile lasciarsi pervadere dall’atmosfera inquietante che avvolge le mura di questa antica fortezza, tuttavia, ad onor del vero, devo confessare che le sale all’interno del Palazzo lasciano leggermente delusi, si ha come l’impressione di trovarsi nel bel mezzo di una classica “trappola per turisti”; tuttavia non mi pento d’esserci stato e ne consiglio la visita a tutti coloro che si inerpicano lungo le strade di montagna di questa misteriosa regione di confine della Romania.
La lunga giornata volge al termine: c’è ancora tempo per una sosta alla cittadine di Brasov, nota per la Chiesa Negra, per le mura e le roccaforti medievali che la circondano e, soprattutto, per la bellissima piazza Sfatului, nel centro storico acciottolato, circondata da colorati edifici in stile barocco.
Il rosso di uno splendido tramonto mi tiene compagnia lungo la strada del ritorno in direzione Bucarest, dove arrivo in tarda serata, con la piena consapevolezza d’aver vissuto un’altra bellissima pagina della mia vita di viaggiatore.
I giorni successivi del mio soggiorno sono dedicati ad una conoscenza più approfondita della capitale. Si comincia con il Palazzo del Parlamento, meglio noto come “la Casa del Popolo”, un impressionante blocco di cemento armato, frutto del delirio di onnipotenza megalomane del dittatore Ceausescu. Giusto per dare un’idea, basti pensare che si tratta del secondo maggiore edificio amministrativo al mondo per superficie, subito dopo Il Pentagono a Washington; la sua costruzione, sul finire degli anni ottanta, ha richiesto la demolizione di circa un quinto dei palazzi storici di Bucarest: fu completamente raso al suolo un intero quartiere con 30.000 edifici, 19 chiese cristiane ortodosse, 6 sinagoghe e 3 chiese protestanti.
Passeggiando lungo Caleia Victoriei si possono ammirare alcuni dei Palazzi monumentali più belli della città ed anche numerosi edifici storici e bellissimi teatri in stile neoclassico, come il Romanian Atheneum, la più nota sala da concerto della città.
Proseguendo su Caleia Victoriei, si intersecano alcune tra le strade pedonali più caratteristiche come Strada Lipscani, Strada Stavropoleos e Strada Franceza.
Perdetevi tra i vicoli di questo quartiere per cogliere la vera anima di una città nella città, che saprà ammaliarvi con il suo connubio di storia, cultura e vita notturna.
In questi vicoli non solo alcuni dei più gettonati ristoranti, birrerie e caffè all’aperto, ma anche meravigliose piccole chiesette ortodosse come la Biserica Stavropoleos, un capolavoro dell’architettura rumena, con il suo incantevole chiostro, aperto, peraltro, a qualunque ora del giorno.
Bucarest è anche una città ricca di parchi e giardini. Il parco più antico è quello di Cismigiu, un’oasi verde in cui, tra laghetti, zampilli d’acqua, fiori ed alberi secolari, ho trascorso una piacevolissima pausa pranzo.
Per finire, mi permetto due piccoli consigli per quei lettori che, magari invogliati dalle mie parole, si lasceranno tentare dall’idea di partire alla scoperta della capitale rumena.
La prima indicazione riguarda l’aspetto culinario; posto che una tappa al Caru cu Bere, di cui avevo già ampiamente parlato sopra, rappresenta un inevitabile e doveroso must per coloro che si recano a Bucarest, tuttavia, se volete davvero fare una grande abbuffata in un ristorante meno turistico ma, ugualmente, di grande fascino, allora il posto giusto è certamente Excalibur (a piazza della Rivoluzione), dove a prezzi minimali, si ha la possibilità di gustare i sapori più autentici della cucina tradizionale rumena. Per ulteriori informazioni cliccate qui e sarete indirizzati al sito ufficiale (anche all’Excalibur la prenotazione è d’obbligo!).
La seconda raccomandazione riguarda invece un’attrattiva all’insegna del relax che, a mio giudizio, deve necessariamente esser presa in considerazione, se si vuole andar via da Bucarest senza rimpianti, con la consapevolezza d’aver fatto un’esperienza a tutto tondo: mi riferisco alla possibilità che la capitale rumena offre a tutti i suoi visitatori di immergersi per un bagno tonificante in quelle che sono considerate le più grandi Terme d’Europa, un’avveniristica struttura di oltre trentamila metri quadrati. Con un biglietto di circa dieci euro ho trascorso la mia ultima serata in Romania in questo mega complesso termale: tra palmeti, piscine, idromassaggi e saune d’ogni tipo il divertimento è davvero assicurato.
In conclusione, a tutti gli amici scettici che mal celavano la loro perplessità allorquando manifestavo il mio proposito di recarmi in Romania dopo l’acquisto del volo, a tutti coloro che di fronte ad una meta di viaggio ai loro occhi inconsueta, anziché chiedermi “quando” sarei partito per Bucarest, mi chiedevano, invece, “perché”, a tutti loro voglio dire che il mio viaggio in Romania non è servito soltanto a vincere quell’idiota pregiudizio su questo Paese e sulla sua gente, pregiudizio che mi portavo appresso da troppi anni, ma è servito anche e soprattutto a rafforzare ulteriormente (qualora ce ne fosse stato bisogno) la mia radicale convinzione che il senso del viaggio è racchiuso proprio nella voglia di seguire le piste meno battute, i sentieri meno esplorati, quei sentieri a prima vista insoliti ma che, con ogni probabilità, una volta percorsi, ci regaleranno le emozioni più belle ed inaspettate.
Ed è proprio questo che porto via dalla Romania: un bagaglio di emozioni e di ricordi bellissimi che rimarranno per sempre indelebili nella mia memoria.
Interessantissimo articolo.Ci siamo trovati in Romania nel 1991…
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Grazie Francis, molto gentile 🙂
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