Polonia

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Ci sono luoghi e Paesi che nell’immaginario collettivo vengono percepiti come imperdibili mete di viaggio, irrinunciabili simboli del turismo internazionale, mitiche frontiere da valicare a tutti i costi, per tradurre in realtà i sogni di aspiranti viaggiatori che, sempre più frequentemente, l’industria del turismo trasforma in vittime compiacenti della globalizzazione.

Ci sono altri luoghi, invece, come la Polonia, che sfuggono ai circuiti tradizionali del turismo di massa, che non rientrano quasi mai tra le piste più banalmente battute dalle agenzie di viaggio, che rimangono come gemme nascoste e che si mostrano solo a chi ha il coraggio di seguire percorsi alternativi, a chi è fiducioso che ogni strada, anche la meno scontata, conduca sempre alla meta che si stava cercando.

La domanda più frequente che mi son sentito porre, prima di partire per la Polonia, è stata la seguente: “Perché?”; la mia risposta a questa insignificante domanda è stata sempre la stessa: “Perché no?”.

Il mio viaggio a Cracovia inizia con un volo diretto della Ryanair che, partito da Trapani alle prime luci dell’alba, dopo circa due ore e mezza, atterra all’aeroporto internazionale intitolato a Giovanni Paolo II ed ubicato a Balice, una cittadina che si trova ad una decina di chilometri dal centro città.

Appena fuori dal Terminal trovo immediatamente la fermata del bus: in circa trenta minuti di viaggio arrivo alla stazione centrale, nel cuore della città vecchia; costo del biglietto quattro zloty, l’equivalente di un euro… comincio a capire che il costo della vita da queste parti è clamorosamente meno caro che in Italia! A proposito: il bus accetta pagamenti soltanto in zloty (la moneta locale polacca); è importante, quindi, cambiare almeno una piccola somma di denaro presso l’Agenzia di cambio presente all’interno dell’aeroporto.

Dalla stazione ferroviaria, una piacevole passeggiata di dieci minuti o poco più, ed arrivo al mio albergo: Wielopole Hotel, un ottimo tre stelle dotato di tutti i comfort, a soli cinque minuti a piedi dalla centralissima Piazza del Mercato (per la mia recensione dell’hotel, su Tripadvisor cliccate qui).

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Da segnalare l’estrema cortesia di tutto il personale dell’albergo: fanno davvero del loro meglio per far sentire gli ospiti completamente a loro agio e riescono perfettamente nell’intento. L’albergo offre anche un servizio di cambio valuta che pratica tassi sostanzialmente uguali, se non addirittura inferiori a quelli praticati dalle banche.

E’ già ora di cena e così, lasciandomi guidare dalle tante recensioni del popolo di Internet che lo indicano come uno dei migliori ristoranti di Cracovia, mi reco al Klimaty Poludnia, che dista dall’albergo soltanto poche centinaia di metri. L’accoglienza è calorosa e gentile, la cena squisita, la location superba (approfittando della bella serata, ceno in uno dei tavoli apparecchiati in un graziosissimo cortile all’aperto.

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Il conto è incredibilmente conveniente: l’equivalente di sei o sette euro a persona per una cena ottima ed abbondante; all’inizio penso che ci sia un errore, poi controllo lo scontrino e mi rendo conto che non c’è alcun errore. Ormai è chiaro: i prezzi in Polonia non hanno nulla a che vedere con la scala di riferimento dei prezzi italiani.

Il giorno successivo inizia la mia visita della città che si presenta subito ai miei occhi come un autentico gioiello: la città vecchia (Stare Miasto) è diventata monumento mondiale preservato dall’UNESCO. Il cuore pulsante di Stare Miasto è costituito dalla Piazza del Mercato (Rynek Glówny). È una delle piazze più grandi d’Europa su cui si affacciano eleganti Palazzi ed i maggiori monumenti della città tra cui, la stupenda Basilica di Santa Maria.

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La piazza costituisce un importante punto di riferimento per i visitatori come me, che hanno la fortuna di risiedere all’interno del perimetro della città vecchia. Al mattino appare tranquilla e silenziosa ma, a partire dal pomeriggio si anima di persone (turisti e non), eleganti carrozze trainate da cavalli, artisti di strada, giocolieri, musicisti, funamboli: si trasforma in una specie di teatro a cielo aperto, che incanta la vista ed inebria lo spirito.

Intorno alla piazza si possono trovare parecchie vie ricche di locali, negozi, pub: la principale è Ulica Florianska che si spinge dalla piazza sino a Porta di San Floriano, uno degli angoli più caratteristici della città, grazie all’esposizione permanente di dipinti eseguiti da pittori di strada.

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Tra i numerosi ristoranti della zona dove ho mangiato, vorrei segnalare: Bohema (clicca qui per la mia recensione), un ristorantino di charme, ubicato sottoterra, interamente realizzato con pietre alle pareti e specializzato in zuppe e goulash serviti all’interno di pagnotte casarecce; Polakowski (clicca), un originalissimo self-service, una vera e propria istituzione per gli abitanti della città che lo affollano da più di cent’anni a tutte le ore del giorno, famoso soprattutto per i suoi menu, esclusivamente vegetariani, a base di ortaggi esposti in bella mostra nelle mensole alle pareti, quasi come fossero libri in biblioteca; ed infine  Przypiecek (clicca), una semplice trattoria dove a prezzi stracciati (inferiori ai tre euro) servono degli ottimi primi piatti di pasta fresca ripiena (che da queste parti chiamano “pierogi”).

Al di fuori della città vecchia, un interessante spunto di riflessione è offerto dal quartiere ebraico, che vide deportare la sua comunità negli anni bui dell’invasione nazista. Per questo motivo Steven Spielberg ambientò qui parte del suo famosissimo film Schindler’s List. Oggi sono rifioriti negozi e locali all’insegna della cultura ebraica e, all’interno della vecchia sinagoga, è possibile visitare il museo dell’Olocausto.

La collina del Wawel è un altro pezzo forte di Cracovia: da secoli è occupata da un complesso che ospita alcuni edifici importantissimi. Primo fra tutti il Palazzo Reale, sede storica dei re quando la città era capitale del regno, ed inoltre la cattedrale di San Venceslao, uno dei luoghi di culto più importanti della Polonia, dove sono sepolti i più importanti regnanti polacchi. Dall’alto della collina si gode di un bel panorama sulla città.

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Girando ancora un poco per questa meravigliosa città che giorno dopo giorno mi stupisce sempre di più per la sua straordinaria bellezza, mi imbatto dapprima in quella che fu la casa dove abitò Karol Wojtyla, in qualità di vescovo della città, prima che venisse eletto Pontefice; quindi, nella prestigiosa Università Jagellonica, la più antica della Polonia (risalente al quattordicesimo secolo) che annovera, fra i suoi tantissimi illustri studenti, oltre al già citato Karol Wojtyla, anche l’astronomo Niccolò Copernico. L’occasione è ghiotta per una interessantissima visita guidata, grazie alla preziosa assistenza di una giovane ed entusiasta ricercatrice della stessa Università. Anche in questo caso ho ritenuto opportuno pubblicare una recensione su Tripadvisor, che è possibile leggere cliccando qui.

Se avete qualche altro giorno a disposizione (come è stato nel mio caso), imperdibili appaiono, a mio avviso, due visite estremamente significative: la Miniera di sale ed Auschwitz-Birkenau.

La Miniera di sale si trova per l’esattezza a Wieliczka, una località a circa quindici chilometri da Cracovia. Inserita sin dal 1978 dall’UNESCO nella lista dei siti ritenuti Patrimonio Mondiale dell’Umanità, la miniera regala ai visitatori stupende opere realizzate interamente con il sale. Subito dopo aver varcato la soglia d’ingresso, comincio il percorso sotterraneo con una discesa (circa quattrocento gradini), a più di sessanta metri di profondità; gradualmente vengo inghiottito in un mondo sotterraneo surreale, fatto di meravigliose stanze abbellite con bassorilievi, cappelle, altari, immagini e statue religiose… tutte rigorosamente di sale! La guida che mi accompagna durante la discesa mi spiega che per centinaia di anni i minatori, con la loro instancabile opera supportata dalla loro fervente spiritualità, hanno trasformato i cunicoli bui ed angusti della miniera, in questa mirabile opera d’arte.

Il percorso visitabile rappresenta meno dell’1% della lunghezza totale dell’intera miniera, ad oggi ancora parzialmente adoperata per l’estrazione del sale. La discesa negli inferi è semplice ed i percorsi facilmente percorribili anche perché non ci sono tunnel particolarmente stretti o angusti. La temperatura è costante durante tutto il percorso e si aggira intorno ai quindici o sedici gradi. Il tour, dopo un’ulteriore discesa per diverse centinaia di gradini, culmina a centotrenta metri sotto il livello del terreno. La risalita è garantita da un sistema di montacarichi che viene condiviso con gli stessi minatori che, come dicevo, lavorano tutt’ora all’interno della miniera.

Auschwitz-Birkenau è, invece, come tutti sappiamo, un luogo di sinistra memoria, tragico campo di sterminio dove milioni di innocenti, principalmente ebrei e zigani, trovarono la morte durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il campo dista circa settanta chilometri da Cracovia: non è, quindi, propriamente una passeggiata, ed occorre programmare per tempo la maniera per arrivarci. Se non avete a disposizione un’auto, potete andare in bus o in treno. Tuttavia, tra i due, il mezzo preferibile è il bus, perché lascia proprio di fronte al cancello, mentre la stazione ferroviaria dista più di un chilometro dal sito. Nel mio caso, le ragazze alla reception dell’hotel mi hanno messo in contatto con un autista privato che, con una cifra irrisoria, mi ha accompagnato sin lì.

La visita è particolarmente toccante, e ritengo che sia un appuntamento imperdibile per chi si trovi dalle parti di Cracovia. A mio giudizio, infatti, nessun libro di storia, nessuna lezione scolastica, nessun documentario, nessun racconto dei sopravvissuti, nessuna narrazione orale o scritta, può rendere pienamente l’idea del groviglio di emozioni da cui si viene investiti calpestando con i propri piedi il suolo di quell’enorme campo di sterminio, dove si consumò, all’ombra dell’indifferenza di una parte del mondo, il più esecrabile crimine contro il genere umano perpetrato dall’ignobile ferocia nazista.

Ho volutamente evitato di pubblicare alcune delle foto più crude, quali quelle relative agli oggetti personali delle vittime, quelle degli angusti dormitori dove i reclusi erano costretti a giacere e quelle relative ai maledetti forni, perché potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno. Confesso che ancora oggi, riguardando quelle foto, un brivido mi corre lungo la schiena.

Il viaggio a Cracovia e dintorni finisce qui, ma torno a casa con la consapevolezza d’aver vissuto una grande avventura in un Paese sorprendente ed affascinante, torno a casa con la soddisfazione d’aver percorso un sentiero alternativo e poco battuto, che mi ha permesso di conoscere, lungo la strada, persone semplici e gentili e mi ha dato, infine, la possibilità di scoprire una vera gemma nascosta… un inestimabile Patrimonio dell’Umanità.

2 pensieri riguardo “Polonia

  1. Ciao Giovanni, Abbiamo visitato Polania un po ‘ anni fa, una settimana a Cracovia. mi è stato insegnato come dire ciao arrivederci e grazie da un bambino polacco di quattro anni nella mia classe. Ho fatto ogni sforzo per comunicare! Abbiamo trovati la città vibrante e affascinante. La piazza Rynek Glówny era piene de bancarelle che stavano vendeno i pierogi, fortunamente per noi c’era una festa dei pierogi. Una visita a Auschwitz-Birkenau era molto commovente .Non abbiamo fatto fotografie, non dimenticherò cosa ho visto.
    Adoro e d’accordo con i tuoi pensieri del Cracovia che si sono risvegliati molti ricordi meravigliosi del mio viaggio li. Grazie

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    1. Grazie a te Lynne, per i tuoi commenti che mi giungono sempre molto graditi. Anch’io, così come te, serbo ricordi meravigliosi della bellissima città di Cracovia 😊

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