Islanda

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Trovare in Italia qualcuno che sia andato in Islanda è abbastanza difficile. Ma anche nel resto del mondo l’Islanda è ancora considerata una terra alquanto misteriosa.

La posizione geografica (sulla linea del Circolo Polare Artico) ed il costo della vita (tra i più alti al mondo) hanno preservato questa incantevole isola dagli attacchi del turismo di massa e forse questo, tra gli altri, è uno degli ingredienti che rende l’Islanda, agli occhi dei pochi privilegiati visitatori, un luogo ancor più affascinante e carico di magia.

In Islanda imponenti ghiacciai perenni lambiscono vulcani dai nomi impronunciabili, gelide lagune glaciali costellate da giganteschi iceberg cedono il passo a pozze naturali di acqua bollente, fiordi lussureggianti si contrappongono a desolati altipiani interni. Credetemi: un viaggio in Islanda… è un viaggio in un altro mondo!

Il silenzio, in Islanda, regna sovrano ed è garantito dalla densità di due soli abitanti per chilometro quadrato: nell’isola vivono in pace ed in perfetta armonia circa trecentomila persone e quattrocentomila pecore. Sarà un caso, ma lassù, in quell’isola lontana, non hanno mai avuto eserciti, caserme e prigioni.

Tuttavia, forse per contrappasso, quello Islandese è un popolo che, all’occorrenza, sa essere particolarmente socievole ed estroverso. Girovagando per l’Islanda ho piacevolmente notato che la totalità degli abitanti, a prescindere dal livello sociale e culturale, si esprime in un inglese impeccabile. A mio giudizio questo è un altro segno tangibile della loro voglia di non rimanere avulsi dal resto del mondo, della loro voglia di rompere gli argini dell’isolamento geografico, socializzando e comunicando con gli altri.

La domanda peggiore che può essere posta ad un viaggiatore è quella con cui gli si chieda quale sia il Paese più bello tra quelli visitati. E’ una domanda banale e un po’ oziosa, poiché qualunque viaggiatore sa bene che ogni luogo ha una sua differenza specifica, un fascino particolare che non può e non deve essere comparato a quello di altri luoghi. E’ un po’ come chiedere ad un padre quale sia il figlio che ami di più. Io ho amato tutti i luoghi che ho visitato e ciascuno di essi ha lasciato una traccia, un segno indelebile nella mia memoria. Eppure, se mi si chiedesse a bruciapelo di tirar fuori un nome su tutti… bé, allora direi Islanda!

Veniamo alle informazioni pratiche: l’unico mezzo per raggiungere l’Islanda è l’aereo. Dall’Italia, in genere, i voli verso Reykjavik (sempre molto costosi) fanno scalo a Londra oppure in una capitale nordica. Io da Palermo sono arrivato in Norvegia con un volo della compagnia di bandiera scandinava; da lì, un aereo della Norwegian Airways, dopo tre ore o poco più, mi ha portato a Reykjavik, la piccola capitale islandese, l’unica vera città dell’isola (poiché gli altri centri abitati sono solo villaggi sparsi qua e là lungo la costa). In totale occorrono quindi circa sei ore di volo prima di mettere piede a Reykjavik.

L’aeroporto è ad una cinquantina di chilometri dalla città ed è collegato da un sistema abbastanza efficiente di bus. Da scartare l’ipotesi taxi, per via dei prezzi proibitivi.

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Reykjavik è una città moderna. A renderla allegra e colorata sono le tinte vivaci delle casette residenziali, molte delle quali curiosamente rivestite di lamiera ondulata, per sopperire alla cronica carenza di legno (eh già… in quest’isola non esistono foreste!).

Gli alberghi in centro sono carissimi (le tariffe, mediamente, si aggirano su cifre intorno ai trecento euro a notte), per cui, l’unica alternativa percorribile, è rappresentata dalle stanze in famiglia. Ho trovato una graziosissima Guest House a tre minuti a piedi dal porticciolo ed a cinque minuti dalla Piazza del Parlamento: Butterfly Guest House (clicca qui per la mia recensione). Attenzione alle scarpe! Non c’è nulla di più disdicevole in Islanda di entrare in casa con le scarpe ai piedi: sono stato più o meno bonariamente redarguito per averlo fatto al mio primo accesso al Butterfly ed invitato a non riprovarci mai più!

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Per la visita della città sono sufficienti due, al massimo tre giorni, dopodiché ci si può dedicare tranquillamente al resto dell’isola.

Pertanto, ancor prima di lanciarmi alla scoperta delle meraviglie naturalistiche di cui l’Islanda è davvero ricchissima, ho dedicato i miei giorni iniziali di viaggio alla visita di quella che può essere definita, senza tema di smentita, come la capitale più a nord del mondo.

Onestamente non si può dire che la città possegga un grandissimo numero di monumenti: i suoi abitanti si muovono all’interno di un centro storico abbastanza compatto, situato tra i quartieri del lungomare, il laghetto urbano Tjörnin (che in inverno si ghiaccia e diventa passaggio pedonale) ed i sobborghi della periferia.

Il centro storico è un mix di antico e nuovo: aðalstræti è la strada più antica di Reykjavik; la vicina piazza austurvöllur è il vero centro sociale della città, una sorta di luogo di ritrovo anche in caso di manifestazioni pubbliche; laugavegur è la strada dello shopping, con i negozi più importanti; Hallgrìmskirkja è la Chiesa più conosciuta dell’isola (dalla sua terrazza si gode di una splendida vista panoramica sulla città); Harpa è un avveniristico auditorium e centro di congressi: consiglio di visitarlo per la sua originalità (tra l’altro l’ingresso è gratuito e nelle fredde giornate invernali potreste usufruire di questa struttura… finanche per proteggervi dal vento e dalla pioggia).

Da segnalare, in città, due sculture estremamente originali:

  • la prima, posizionata sul lungomare, a breve distanza dall’Harpa, è la cosiddetta “nave del sole” altrimenti nota come Sòlfar, una rappresentazione stilizzata di una nave vikinga, con la prua rivolta in direzione del sole;
  • la seconda, a due passi dal Municipio è la statua del lavoratore ignoto. Molte nazioni dedicano monumenti al milite ignoto, ma forse solo l’Islanda ha una scultura dedicata al lavoratore ignoto, un eroe oscuro e silenzioso su cui nessuno mai punta i riflettori. L’opera raffigura un uomo in piedi, con tanto di abito scuro e valigetta, ma con la testa nascosta all’interno di un macigno: una metafora raffinata ed intelligente per rappresentare il “peso” del vivere quotidiano. Da non perdere!

Se volete visitare la città in modo insolito e divertente, vi consiglio di prendere parte al City Walk Reykjavik, una gradevolissima passeggiata in compagnia di Marteinn, un simpatico giovanotto locale che, tra un sorriso e l’altro, non si limiterà a mostrarvi una carrellata di luoghi e fornirvi asettiche notizie sulla storia dell’Islanda, ma vi darà anche utili informazioni su cultura, usi e costumi degli islandesi. Il tour parte ogni giorno dalla piazza antistante il Parlamento ed è completamente gratuito: al vostro buon cuore la possibilità di lasciare una mancia. Dato l’alto indice di popolarità, si rende comunque necessaria una prenotazione on line (per ulteriori informazioni clicca qui).

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A Reykjavik ho trascorso anche una mezza giornata in compagnia di due carissimi amici, una giovane coppia conosciuta a Palermo qualche anno prima: lei, islandese, era giunta nella mia città come ragazza “au pair”; lui, mio concittadino, era un giovane promettente studente universitario. Tra i due era scoccata la scintilla e, dopo qualche anno di frequentazione, avevano deciso di lasciare entrambi l’Italia per iniziare un percorso definitivo di vita congiunta nella magica Islanda. Nei loro occhi non ho letto nostalgia per ciò che si erano lasciati alle spalle, ma solo entusiasmo e felicità per quella scelta alternativa… a dimensione più umana. I due ragazzi rappresentano, a mio avviso, il più fulgido esempio di un’integrazione perfetta tra due persone che, pur provenendo da culture differenti, hanno saputo annullare le distanze in virtù di una grande apertura mentale. Li ringrazio per la generosa disponibilità mostrata nei miei confronti: passeggiando insieme a loro in quel soleggiato pomeriggio d’estate per le vie di Reykjavik mi sono sentito a casa… nonostante mi trovassi seimila chilometri lontano da casa.

Per chiudere il discorso su Reykjavik, qualche cenno sui ristoranti. Come è facile intuire, i prezzi, in genere, sono molto alti, talvolta addirittura altissimi. Tuttavia, è bene tenere a mente almeno tre cose:

  1. i piatti a base di pesce sono (per ovvie ragioni) più economici di quelli a base di carne;
  2. l’acqua di fonte è buonissima ed è offerta a tutti gli avventori, in ogni ristorante, senza alcun costo aggiuntivo;
  3. con un minimo di accortezza si possono evitare proverbiali fregature: i ristoranti espongono all’esterno, sempre in modo chiaro ed inequivocabile, i prezzi delle varie pietanze. Di conseguenza, chi paga l’equivalente di cinquanta euro per una bistecca, non è stato preso alla sprovvista: era già stato avvisato in partenza!

Come al solito, vi do qualche riferimento su alcuni locali di ristorazione da me direttamente sperimentati:

  • The sea Baron (clicca per la mia recensione su Tripadvisor): per una squisita zuppa di aragoste o per un salmone alla piastra, in un locale accogliente a pochi passi dal porto antico;
  • Icelandic Fish & Chips (clicca): in pieno centro città, si rimane sotto i quindici euro per un ottimo fish and chips, beveraggio incluso;
  • Svarta Kaffid (clicca): per una deliziosa zuppa di funghi servita in modo originale all’interno di una pagnotta di pane. Prezzi onesti e personale gentile ed efficiente;
  • Bæjarins Beztu Pylsur (clicca): mitico chiosco di salsicce dove persino l’ex presidente Americano Billy Clinton si è fermato per assaporare quello che da queste parti definiscono come l’hot dog più buono di tutta l’isola (per gli scettici: l’evento è documentato con tanto di foto affissa in bella mostra davanti al chiosco).

Un viaggio in Islanda, ovviamente, non ha alcun senso se si circoscrive alla visita della sola capitale. La natura stupenda dell’isola impone l’affitto di un auto, per esplorarne gli angoli più nascosti e suggestivi. La buona notizia è che Reykjavik non è particolarmente distante dalle principali attrazioni naturalistiche per cui, a seconda delle preferenze individuali, si può optare per due diverse tipologie di viaggio:

  1. viaggio “itinerante”, spostandosi da un posto all’altro, cambiando ogni giorno la sede di pernottamento;
  2. viaggio “pendolare”, spostandosi sempre da un posto all’altro, ma utilizzando Reykjavik come base costante di riferimento.

Con la prima opzione si risparmiano, evidentemente, un bel po’ di chilometri, tuttavia, ho scelto la seconda opzione, per una ragione di ordine pratico: la ricettività alberghiera, al di fuori della capitale, è ridotta ai minimi termini; il rischio di arrivare in un villaggio sperduto e di non trovare una camera disponibile è abbastanza alto e, quand’anche si trovi una camera, il più delle volte lo standard è assolutamente al di sotto della soglia di sufficienza (il bagno in camera, ad esempio, è una vana speranza).

Tra le tante, l’unica escursione un po’ problematica con la formula del viaggio “pendolare” (cioè con partenza da Reykjavik e ritorno alla base nell’arco della stessa giornata), è quella per Jökulsárlón, una laguna ghiacciata di rara bellezza che dista dalla capitale quasi quattrocento chilometri. La difficoltà è determinata non solo dall’oggettiva distanza, ma anche dalla natura impervia del percorso; per tale ragione, in questa circostanza (e solo in questa circostanza), anziché avvalermi della mia auto, mi sono affidato ad un esperto Tour Operator locale che ha messo al mio servizio la sua la capillare conoscenza del territorio, coniugando competenza ed affidabilità. Ma di questo parlerò più avanti. Per tutto il resto, come sempre, ho optato per il “fai da te”.

Per quanto riguarda il noleggio dell’auto, mi sono rivolto ad una compagnia islandese: Blue Car Rental. Prezzi decisamente migliori rispetto a quelli proposti dalle solite compagnie internazionali, personale gentile e disponibile, vetture in ottime condizioni. Quest’ultima precisazione è abbastanza importante perché occorre sapere che alcune piccole compagnie di noleggio propongono tariffe concorrenziali, ma dispongono di un parco auto a dir poco obsoleto, quindi… occhio!

A proposito: alla Blue Car Rental mi hanno anche omaggiato il noleggio del GPS per il quale, come da listino, avrei dovuto pagare l’equivalente di circa dieci euro al giorno. Colgo l’occasione per ringraziarli pubblicamente.

Ho noleggiato un fuoristrada 4X4 perché la maggior parte di strade islandesi, come ho avuto già modo di dire, sono impervie; parecchie di queste strade, tra l’altro, non sono neppure asfaltate ed in alcune la circolazione è tassativamente interdetta alle auto con due sole ruote motrici.

Cominciamo, quindi, il memorabile viaggio alla scoperta delle principali attrazioni presenti sull’isola partendo da quello che, forse, è il fenomeno naturale più suggestivo sulla faccia della Terra: il geyser, che, in buona sostanza, è il risultato di un’esplosione di una sacca d’acqua sotterranea riscaldata dall’energia geotermica; l’acqua in superficie si raffredda, mentre quella in profondità, riscaldandosi, progressivamente si trasforma in vapore e così, quando la pressione raggiunge un punto critico, “esplode” proiettando verso l’alto l’acqua soprastante. Non sono un geologo e forse la mia spiegazione non è “tecnicamente” impeccabile… comunque, più o meno, le cose vanno così!

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La regione dei geyser (clicca qui) si trova a circa cento chilometri ad est di Reykjavik e per giungervi occorrono quasi due ore di guida: l’accesso è gratuito.

Le eruzioni avvengono con regolarità, ogni sei o sette minuti, ed il getto d’acqua calda può raggiungere altezze ragguardevoli di diverse decine di metri: è opportuno, quindi, rimanere a distanza di sicurezza, per evitare di scottarsi.

Un’altra area geotermale di estremo interesse, ma assai meno conosciuta rispetto a quella appena descritta (sulle guide turistiche, in genere, le viene dedicato non più di un trafiletto), si trova a krysuvik-Seltun, raggiungibile partendo da Reykjavik e spostandosi in direzione sud, dopo una guida di circa mezz’ora lungo una strada deserta e non asfaltata.

Ancor prima di arrivare al campo geotermale di Austuregjar, dalla strada noto alte colonne di fumo uscire dal terreno rossastro, colorato dallo zolfo. Appena sceso dall’auto vengo accolto da un odore acre, quasi nauseabondo. Un cartello posto prima dell’ingresso mi avverte della pericolosità della zona, a causa di possibili esplosioni improvvise: una lunga passerella in legno si snoda tra i vari crateri fumanti, che è possibile osservare da molto vicino e da una posizione rialzata.

Lo spettacolo è emozionante: un territorio surreale tra basse montagne vulcaniche, con solfatare fumanti che emanano odori acri e che mi fanno capire quanto sia viva e ribollente la terra sotto ai miei piedi. Ho pubblicato su Tripadvisor una recensione su questo luogo “infernale” dal titolo esemplificativo: “Viaggio al centro della Terra”: per chi volesse leggerla, basta cliccare qui.

La fatica dell’escursione è ripagata da una sosta nel vicino villaggio di Grindavik, dove in un piccolo ristorantino a conduzione familiare ubicato proprio davanti al porticciolo, posso dire d’aver mangiato la più buona zuppa d’aragosta della mia vita. Il locale si chiama Bryggjan e cliccando qui, come al solito, si può leggere la mia recensione.

A poca distanza da Grindavik si trova un’altra grandissima attrazione: è difficile a crederci, ma c’è un posto in Islanda dove l’acqua è così azzurra che al confronto il mare delle Maldive o della Polinesia sembra pallido. Un posto dove si può fare il bagno anche d’inverno, perché l’acqua è sempre calda (intorno ai 45 gradi), e dove si può ringiovanire grazie ai minerali vulcanici che mantengono la pelle sana e morbida. Questo posto da favola si chiama Laguna Blu, ed è annoverato fra le meraviglie del mondo.

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La Laguna Blu è una straordinaria stazione termale ubicata in un contesto naturale formata da rocce vulcaniche e lava. Il colore azzurro intenso dell’acqua è originato dalla ricchissima presenza di minerali, in particolare di Silicio. I minerali danno origine ad una sorta di fango bianco acceso che si deposita sul fondo. L’azzurro dell’acqua si staglia, quindi, tra il bianco dei minerali e il nero della roccia lavica. E’ possibile immergersi e nuotare tra le acque della Laguna blu, divertirsi e rilassarsi tra i getti caldi che sgorgano dal fondo o perdersi nel vapore generato dalla temperatura dell’acqua che contrasta con il freddo dell’ambiente circostante.

Il costo del biglietto varia dai 50 euro (solo ingresso), ai 195 euro a seconda dei servizi e accessori richiesti (dall’asciugamano, ai trattamenti Spa). Il viaggio varrebbe la pena anche solo per contemplare un simile spettacolo, ma c’è ancora tanto da vedere e così, dopo un bagno tonificante, riprendo il mio cammino alla scoperta di nuovi scenari naturali che questa Terra selvaggia e coinvolgente, giorno dopo giorno, continua a regalarmi.

Continuando il mio viaggio lungo le strade di un’isola che non finisce mai di stupirmi, giungo sino al parco nazionale di Thingvellir, tutelato come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Mi trovo in uno degli angoli più remoti del pianeta, davanti alla fossa tettonica islandese, dove due placche terrestri si allontanano di un paio di centimetri all’anno. La zolla americana e quella euroasiatica sono nettamente distinguibili ed è persino possibile camminare dentro al canyon che si è venuto a creare.

Il viaggio procede e, quasi come in un documentario sulla natura, ad ogni angolo si aprono scorci incredibili, ad ogni deviazione sulla strada provo una nuova emozione. Si susseguono panorami mozzafiato, si vedono in lontananza vulcani roboanti che spruzzano fiotti di lava, ghiacciai che si estendono per centinaia di chilometri, lande desolatamente desertiche e prati erbosi di un verde da cartolina. Non è un caso se Jules Verne immaginò proprio qui l’inizio del suo fantastico viaggio al centro della terra.

Potrei continuare a spendere parole per descrivere la magnificenza dei paesaggi, ma mi limiterò a lasciar parlare le immagini, inserendo qualche foto di alcuni degli scenari più suggestivi ammirati lungo la strada.

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Manca ancora un’ultima avventura prima di metter la parola fine, forse la più spettacolare di tutto il viaggio: la laguna ghiacciata di Jökulsárlón.

Come già accennavo sopra, quest’ultima meraviglia si trova nell’estremo lembo orientale d’Islanda, a circa quattrocento chilometri dalla capitale. Pertanto, per ottimizzare i tempi ed anche per godermi in relax l’incantevole paesaggio che caratterizza l’intero tragitto, decido, per una volta, di parcheggiare l’auto ed affidarmi nelle mani della Gray Line Iceland, un esperto Tour Operator locale che da anni, sfruttando una conoscenza appropriata del territorio, confeziona escursioni “su misura” per ogni tipo di viaggiatore, anche per il più esigente.

Dopo un viaggio a bordo di un comodo pulmino durato diverse ore, ma reso esaltante dagli spettacoli naturali che si susseguono senza soluzione di continuità, infine si arriva a Jökulsárlón, la laguna di ghiaccio.

Ad attendere me ed i miei occasionali compagni di viaggio sulle rive della laguna, un mezzo anfibio che ci carica a bordo per un’indimenticabile traversata tra maestosi giganti di ghiaccio!

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Gli iceberg dai riflessi azzurri galleggiano imponenti sull’acqua gelida, mentre risuonano alte le grida dei gabbiani. Una foca, all’improvviso, fa capolino. Mi sembra di essere al polo, ma non è così: sono ancora in Islanda, ai confini dell’Europa, in una incantevole distesa di ghiaccio, che si trova tra le nevi perenni ed il mare.

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Un ragazzo a bordo di un gommone si avvicina ad un iceberg, facendo leva con una lunga asta metallica ne stacca un pezzo e lo porge alla nostra guida; lei lo prende in mano, ne mostra a tutti noi la brillantezza, la trasparenza, la purezza. Quindi, con un piccolo martello ne rompe alcuni frammenti e ci invita a portarli alla bocca per sentirne il sapore… l’esperienza è da brividi!

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I giganti di ghiaccio assumono le forme più strane, creano contrasti surreali di colori che variano dal turchese al blu, ma taluni possono apparire anche gialli, per effetto del solfuro di origine vulcanica, neri per la pietra lavica, oltre che, naturalmente, bianchi candidi come la neve. Provo ad immortalare con la mia fotocamera le mille sfumature di luce differente, così da poter ricordare i momenti indimenticabili di uno degli spettacoli più incredibili offerti dal viaggio in Islanda.

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E’ tempo di tornare indietro, ma sulla lunga strada di ritorno per Reykjavik mi sento pervaso da una pace interiore, mi tiene ancora compagnia la struggente luminosità di quel cielo boreale che ho appena veduto e la leggerezza di quell’aria che ho appena respirato.

Non posso dire che questo sia il posto più bello del mondo perché non ho visitato tutto il mondo; tuttavia ho viaggiato tanto e sono certo che questo è il luogo più suggestivo che abbia mai veduto.

Non si può comprendere quanto sia stupendo viaggiare, finché non si vivono esperienze come queste e non si ritorna, infine, a casa, con la consapevolezza d’aver provato un’emozione unica, indescrivibile.

Ed a proposito di emozioni, giunto alla fine di questa lunga e memorabile giornata d’inizio estate, l’Islanda mi regala un ultimissimo brivido: dopo quattro ore di strada il pulmino della Grey Line è quasi ritornato al punto da cui era partito sedici ore prima. Siamo già alle porte di Reykjavik, è tardi, le lancette dell’orologio segnano la mezzanotte in punto, guardo dal finestrino e vedo il sole che si specchia sulla linea dell’orizzonte, mentre la luce del tramonto si fonde con il chiarore dell’alba di un nuovo giorno…

Non posso fare a meno di pensare che l’Islanda è magica e solo chi come me ha avuto la fortuna d’averne calpestato il suolo, può essere pienamente consapevole d’aver vissuto un grande privilegio!

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7 pensieri riguardo “Islanda

  1. Leggendo questo meraviglioso racconto è cresciuta esponenzialmente la mia impazienza di partire per l’Islanda…me la immagino esattamente come me la descrivi: quasi disabitata, silenziosa e con tanti luoghi da esplorare…
    Di sicuro vorrò conoscere Marteinn 😊 un giro con lui per la capitale credo non abbia prezzo…
    Chissà se al rientro l’Islanda avrà guadagnato il primo posto nel mio cuore…(temo che le probabilità siano altissime😅)
    Intanto grazie Giovanni per aver condiviso questa favolosa esperienza💟
    Un abbraccio e buona giornata💞

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    1. Grazie a te Veronica,
      sono certo che anche tu t’innamorerai perdutamente di questa meravigliosa isola…
      A proposito: se incontri quel “pazzerello” di Marteinn” portagli i miei saluti! 🙂

      Piace a 1 persona

      1. Non mancherò grazie a te Giovanni💞💟💞

        Piace a 1 persona

  2. Buonasera Giovanni, ho letto tutti i tuoi articoli di luoghi che ho visitato anche io. quindi ora posso leggere dei luoghi che potrei visitare un giorno. Penso che tu hai catturato il spirito, la magia ed il misterio d’Islanda. Un paese senza l’edificio ed i monumenti magnifici, ma pieni di monumenti naturale nel un paese alcuni potrebbero dire che è brutale.Come sempre un articolo scritto bellissimo che ho apprezzato. Ciao Lynne

    Piace a 1 persona

    1. Grazie per i complimenti Lynne.
      L’Islanda è una meraviglia della natura e ti auguro che un giorno anche tu potrai visitarla e provare quelle stesse emozioni forti che ho provato io.
      Ciao

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  3. Martin Marshall 23 ottobre 2019 — 8:44

    Great adventure! Sounds really cool

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    1. Thanks for reading and writing, Martin!
      Have a nice day 🙂

      "Mi piace"

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