Il mercato nero della sopravvivenza

In tempi di pandemia e lockdown è sempre più difficile trovare le giuste fonti d’ispirazione per scrivere articoli che abbiano a tema il mondo dei viaggi e di tutto ciò che ad esso ruota intorno.

Durante questo lungo anno fatto di paure, incertezze e distanziamenti sociali, i viaggiatori, loro malgrado, hanno dovuto appendere al chiodo gli zaini e tra i blogger che condividevano sul web le loro avventure ed esperienze di viaggio, taluni hanno continuato a scrivere aggrappandosi, gioco forza, ai ricordi del passato, altri (come me) hanno scelto la strada del silenzio: parafrasando Wittgenstein… hanno preferito tacere su “ciò che non può essere detto”.

Alcuni dei miei più assidui lettori in questi lunghi mesi, nonostante il mio silenzio, sono comunque passati dal mio blog lasciando un gradito segno della loro presenza: un commento ad un vecchio articolo, un “like” ad una foto, persino una email con un semplice saluto.

Ringrazio tutti loro… uno ad uno! Sono certo che arriveranno tempi migliori per tutti noi, sono certo che ci lasceremo alle spalle l’incubo del virus e sono ancor più certo che tutto ritornerà come prima, anzi… meglio di prima, perché talvolta le esperienze dolorose svolgono una funzione catartica, ci aiutano a farci capire il senso più autentico della vita, ci rendono migliori di prima, meno arroganti e più solidali nei confronti degli altri.

Tuttavia quest’oggi mi duole rompere il silenzio, non già per raccontare di un progetto di viaggio verso terre lontane e misteriose (magari da esplorare quando tutto sarà finito), bensì per condividere, con chi avrà la bontà di leggere queste righe, una riflessione che non ha nulla a che vedere con la tematica del viaggio, un piccolo pensiero che mi affiora alla mente e che mi permetto di esternare senza alcuna vis polemica, senza acredine nei confronti di nessuno, ma solo per il bisogno di capire (qualora ci sia ancora qualcosa da capire), solo per non arrendersi all’idea che “la bussola va impazzita all’avventura e il calcolo dei dadi più non torna” come diceva Montale in un verso de La casa dei doganieri, una delle sue più belle poesie, la più struggente, almeno a mio giudizio.

Veniamo al punto: nella corsa al vaccino anti-covid che rappresenta, o almeno dovrebbe rappresentare, la più importante arma a disposizione per proteggere le persone e frenare l’avanzata del virus, è stato detto di tutto e forse di più. Abbiamo ascoltato non solo il parere degli scienziati e degli addetti ai lavori, ma anche quello del vicino della porta accanto, del salumiere, del grillo parlante di turno e persino dei no-vax, complottisti e negazionisti.

A partire dai primi giorni del corrente anno è finalmente partita la campagna vaccinale che avrebbe dovuto, nello spazio di qualche mese (o poco più) garantire a tutti i cittadini la possibilità di accedere alla profilassi.

Il diritto alla Salute esteso ad ogni individuo, a prescindere da condizionamenti di ordine sociale o culturale, è unanimamente riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, dalla Carta Sociale Europea, dal Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali e da numerosissimi Organismi e convenzioni internazionali.

Se ciò non bastasse, è la nostra stessa coscienza (qualora ne avessimo ancora una) a farci capire che, almeno su un piano sanitario, tutti gli uomini devono essere posti sullo stesso piano, senza volgari privilegi spacciati per indefettibili priorità.

Il Regno Unito è stato il primo Paese ad avviare in maniera massiccia e sistematica la campagna vaccinale. Nella considerazione che il virus ha manifestato la sua aggressività soprattutto nei confronti di soggetti in età avanzata, si è ovviamente pensato di partire proprio da questi ultimi nella somministrazione dei vaccini, seguendo un rigoroso ordine anagrafico. Unica eccezione gli operatori sanitari (medici, infermieri e personale ausiliario) impegnati in prima linea. Nulla da eccepire!

L’Italia ha seguito la stessa linea è così, anche nel Bel Paese, si è subito pensato di puntare sugli anziani, con l’eccezione alla regola rappresentata dal solo personale medico.

Il nostro, però, è un Paese di furbetti, in cui fatta la legge si trova subito l’inganno, in cui l’eccezione si trasforma presto in regola, mentre l’applicazione rigorosa della regola assume, paradossalmente, carattere eccezionale.

Giorno dopo giorno sono saltate fuori categorie di individui/lavoratori che, a torto o ragione, hanno rivendicato il loro presunto diritto a “scavalcare” la fila, con il comprensibile seppur non giustificabile scopo di rendersi immuni prima degli altri da un virus letale che, a causa della sua pericolosità, sta inevitabilmente alimentando il triste mercato della sopravvivenza.

Le maglie si sono aperte con gli insegnati ed il personale scolastico, seguiti a ruota da professori universitari, ricercatori di ogni ordine e grado ed impiegati amministrativi disseminati fra i vari atenei. E siccome ormai da tempo è venuto meno il senso del pudore, nella Regione Sicilia (ma forse non solo in quella) si è pensato bene di “tutelare” altre “corporazioni di mestiere” come quella degli avvocati che, in nome di un non ben precisato principio, sembra corrano maggiori rischi di un cassiere del supermercato, di un venditore ambulante o di uno spazzino. Proprio in questi ultimi giorni si discute animatamente se non sia il caso di allargare ulteriormente le maglie inserendo in questa magica lista di privilegiati anche commercialisti, architetti, ingegneri, giornalisti…

In breve, quello che è un diritto sacrosanto, e cioè la Salute, è diventato un mercimonio, l’affermazione della casta sull’uomo della strada, il favore dispensato arbitrariamente da un potere colluso che ancora oggi, così come in età medievale, continua a decidere in maniera dispotica sulla vita (ma anche sulla morte) dei sudditi.

La cosa più urticante non è il privilegio in sé, ma il ghigno e l’arroganza di talune frange di privilegiati che, anziché riconoscere sommessamente il privilegio, anziché pudicamente tacere, elaborano spiegazioni pseudo-razionali con le quali vorrebbero convincerci (essendo noi perplessi davanti a cotanta ignominia), che la loro bramosia di “saltare” la coda, non scaturisca dalla pavida volontà di aggirare la regola generale con un sotterfugio, né dall’inconfessabile e puerile soddisfazione che provano proprio per il gusto d’aver sopraffatto gli altri, bensì da una presunta “necessità sociale”, stante il ruolo nevralgico che essi stessi ricoprono, nella lotta per la salvezza dell’Umanità.

Non rimango particolarmente stupito da tanto gretto cinismo: d’altronde, anche il più esecrabile crimine commesso contro il genere umano (l’olocausto degli Ebrei) non venne commesso ex abrupto, ma fu ammantato da una serie di discutibili giustificazioni, che vennero acriticamente accettate da milioni e milioni di persone. Figuriamoci se c’è da stupirsi per i furbetti del vaccino…

Tuttavia, in questo quadro di estremo squallore, mi piace ricordare l’immagine dignitosa del mio concittadino, nonché Presidente della nostra vituperata Repubblica, disciplinatamente in fila, in attesa di ricevere la sua dose di vaccino, non certo perché appartenente ad una specifica casta, bensì per una questione meramente anagrafica, essendo entrato nel suo ottantesimo anno di età.

L’immagine del Presidente in coda insieme ad altri anziani mi fa ben sperare che un giorno, presto o tardi, possa finalmente finire l’epoca delle scorciatoie e si possa imboccare la strada maestra della legalità e del rispetto degli altri.

Intanto, con buona pace degli avvocati (in specie di quelli giovani, forti e già vaccinati), incrocio le dita per i disabili gravi ancora in attesa (di cui nessuno parla) e per tutti gli over 80 fra i quali mio padre a cui, dopo essersi registrato sul sito del Ministero della Salute ed aver inoltrato l’istanza di prenotazione, è stato risposto che dovrà pazientare ancora più di un mese prima di ricevere l’agognato vaccino!

Questa è l’Italia, questo è il mio Paese…

A partire dai primi giorni del corrente anno è finalmente partita la campagna vaccinale che avrebbe dovuto, nello spazio di qualche mese (o poco più) garantire a tutti i cittadini la possibilità di accedere alla profilassi.

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30 pensieri riguardo “Il mercato nero della sopravvivenza

  1. Ciao Giovanni.
    Condivido la tua opinione…. purtroppo 😭

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    1. Grazie per la condivisione Titti… 😉

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  2. Da sottoscrivere ogni singola parola. A volte penso che siamo un Paese ridicolo

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    1. A volte lo penso anch’io, Carlotta.
      Un caro saluto e grazie per il commento

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  3. E’ una vergogna! E’ il momento di dire basta!!!
    Bravo Giovanni, nelle tue parole non c’è omologazione al sistema, non fai sconti.
    Sei tornato alla grande

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    1. Gli sconti si fanno solo a fine stagione e credo che la stagione non sia ancora finita 🙂

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  4. ha!ha!ha! Nooo, non è affatto finita! anzi, come si dice a Pistoia “the best is yet to come” 🙂
    A proposito, in bocca al lupo al tuo babbo

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  5. Giuseppe Sottile 10 marzo 2021 — 19:37

    Caro Giovanni, grazie di questa riflessione.
    La condivido in ogni parola, dubito solo che l’avverarsi di quella speranza, che ci consegni nelle tue parole finali, possa essere agita in breve tempo.
    Ma tant’è. Come scrivi tu questa è l’Italia.

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    1. Ciao Giuseppe, é sempre un grande piacere ritrovarti sul mio blog.
      Hai ragione: il cammino da compiere é ancora lungo e la strada é irta di difficoltà, ma mi piace pensare che alla fine le cose cambieranno.
      Un saluto affettuoso. A presto

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  6. Condivido in pieno tutto Giovanni, ciao un abbraccio!

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  7. Ciao Simona,
    Un abbraccio anche a te e buona serata 🤗👋

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    1. Ciao Giovanni, spero tu abbia passato una Pasqua tranquilla e che nel frattempo le cose per il tuo babbo si siano risolte, un abbraccio!

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  8. Anche a me piacerebbe vivere in un paese dove le scorciatoie sono sole quelle stradali, sarebbe un paese più bello , in bocca al lupo per il tuo Papà e un abbraccio

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    1. Grazie mille, Massi… gentilissimo!

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  9. Nessuna regola è perfetta e alimenta sempre scontenti, punti di vista e distinguo: i privilegiati non sono solo un distintivo italiano: ogni angolo di mondo, piccolo o grande, ha i suoi: c’è sempre chi cerca di ottenere per sé un occhio di maggiore riguardo, che sia italiano o inglese: questi hanno accumulato ricchezze sfruttando i più deboli, anche in casa loro…

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    1. Eh già, purtroppo le cose stanno proprio così. Tuttavia, quando la misura è colma, corre l’obbligo di manifestare il proprio civile dissenso e magari prendere fiato e dire… BASTA!

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      1. Vero!

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  10. Welcome back Giovanni
    iI is good to read another of your thought-provoking articles. What a different world to when you last published. I share your optimism that we will return to normal life even if normal may be different. I hope that we have all learned something about our life during this pandemic.
    As a UK citizen, I am able to see the positive effects of the vaccination programme, together with lockdown measures which as of 2 weeks ago are slowly beginning to be lifted.
    My Mum (92) has received 2 doses of vaccine. Although we are still very cautious around her there is a sense of relief that the risks to her have reduced.
    Since then the vaccination programme has changed , still based on age, health workers and health vulnerability , second doses are now given 10-12 weeks later. As a result, I and my husband ( in our sixties) have both had our first vaccine much earlier than anticipated.

    At the start of the pandemic Doctors and nurses were deemed essential workers, I doubt anyone would disagree, and they were given priority for PPE. Soon others made their claim that they too were essential with some justification. The same is happening now with the vaccine. Maybe the point is that as part of human society we all have a role, we are all interdependent. We can not all be first in the queue but I am sure that everyone can put forward reasons why they should. Decisions have been made to protect the most vulnerable, those that should they catch the virus are most likely to suffer the worst consequences, not because you earn the biggest salary. Just because you are old, sick or disabled does not make you a less important member of society.
    I wanted to share my thoughts but did not feel my level of Italian to be adequate to express the complexities,
    I hope your father does not have to wait too much longer. Keep safe
    Lynne 🙂

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    1. Hi Lynne,
      It’s so nice to hear from you again!
      Thank you very much indeed for sharing your words of wisdom and for your encouragment… it means a lot to me 🙂

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  11. I’m sorry to hear that the people with health problem and elderly people are still waiting to be vaccinated. Here in United States, they, along with the health care providers, are the first to be vaccinated. Most people here are vaccinated at least the first dose. But we are still wearing the masks and use hand sanitizers, because new variants of the virus are keep appearing in some states. We are not quite sure how effective the vaccines we have now are against the mutated viruses. We just hope this pandemic is over soon.

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    1. Here in Italy, at the beginning of vaccination campaign they were absolutely disorganized, Now it seems they have finally got that priority must be reserved only for people with health problems or elderly people.
      However, to tell you the truth, I have the feeling that something doesn’t still work properly, it seems me they are not clear on communication and change their mind day after day: that’s why people get so confused!!
      Take care and… safe 🙂

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  12. In Toscana la gestione delle vaccinazioni è stata scandalosa, privilegiando le famose categorie professionali, tuttavia va ricordato che fino a pochi giorni fa Astrazeneca non si poteva somministrare agli anziani e quindi giocoforza si doveva dare ai giovani. Ora invece è tutto il contrario e ci si stupisce pure se qualcuno ha dei dubbi!

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    1. Ciao Marisa,
      Anche in Sicilia l’organizzazione ha lasciato alquanto a desiderare ed anche qui, in prima battuta, si è cercato di privilegiare alcune “corporazioni di mestiere”, sperando che ciò passasse inosservato.
      Nel momento in cui l’uomo della strada prende coscienza e la questione viene a galla, arriva Draghi che anziché focalizzare sulle responsabilità politiche, invoca la coscienza individuale.
      “Povera Patria”, diceva il Maestro Battiato in uno dei suoi brani più struggenti di qualche decennio fa; tuttavia, a dispetto del tempo che passa, a volte tutto sembra fatalmente immutabile…

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  13. Analisi lucida e condivisibile in pieno

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    1. Ciao Alberto,
      Ringrazio anche te per essere passato dal blog ed aver condiviso le mie riflessioni

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  14. Rieccomi! Ma non lo aggiorni più il tuo blog?

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    1. Ciao e grazie per essere tornato sul mio blog con un tuo commento.
      In effetti, come ho già avuto modo di spiegare ad altri lettori, non è semplice, per uno che scrive di impressioni di viaggio, trovare la giusta ispirazione per continuare a “sfornare” articoli da postare sul blog, in un momento in cui, causa forza maggiore, si viaggia poco o nulla per la strade del mondo. Tuttavia, di tanto in tanto, lascio qualche traccia qua e là (tra le varie sezioni del blog), aspettando con fiducia di poter rimettere lo zaino in spalla (spero presto) e ripartire per nuove avventure da raccontare…
      Un caro saluto e complimenti per le tue recensioni su film e quant’altro da cui traggo sempre ottimi spunti di riflessione 🙂

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      1. Grazie a te per la risposta! Anch’io ti ho appena risposto nel mio blog. 🙂

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