Negli ultimi anni (sarà che il tempo scorre inesorabile e le stagioni passano veloci…), mi trovo sempre più spesso ad interrogarmi su quale sia la vera natura del tempo.
Il tempo è un’estensione dell’anima, come diceva Sant’Agostino? E’ l’unica cosa che ci appartiene realmente, come diceva Seneca? O è solo una mera illusione della nostra esperienza, come diceva Kant?
E’ difficile trovare una risposta esaustiva e pienamente convincente a questa domanda: l’unica cosa che si può affermare senza tema di smentita è che il tempo, come ho scritto sopra, scorre inesorabile!
Il tempo scorre e non ritorna ed ecco perché, a mio giudizio, non esiste nulla di più importante del tempo.
Eppure, paradossalmente, sin dall’infanzia, siamo stimolati a sminuire il valore del tempo, subordinandolo, ad esempio, al valore del denaro (e non solo a quello). La falsa credenza secondo la quale la ricchezza sia sinonimo di felicità ci spinge per tutta la vita a sacrificare il nostro tempo, considerando assai spesso tale sacrificio come inevitabile pegno da pagare per accumulare denari, talvolta anche al di là del lecito.
Mi chiedo: siamo proprio sicuri che sia questa la direzione giusta da seguire? La nostra felicità dipende dal possesso di oggetti acquistabili col denaro, o non è forse, questa, la più grande illusione consumistica, la più grande burla nella quale è rimasta intrappolata la nostra generazione?
E ancora, quante volte davanti ad un’altra giornata di lavoro, lunga e noiosa come tutte quelle che l’hanno preceduta, abbiamo sentito qualcuno pronunciare la fatidica frase: “speriamo che oggi il tempo passi in fretta!”
Non è forse una pura follia? Come si può sperare che l’unico bene che ci appartiene finisca velocemente?
Non si possono trascorrere gli anni migliori della nostra vita nel chiuso di una stanza d’ufficio a digitare su di una tastiera, aspettando che il tempo scorra in fretta e raggiungere l’agognata pensione, quando magari ormai stanchi e privi di forze, del denaro accumulato non sapremo che farcene: la vita è “qui” e “adesso”… non domani!
E’ inutile negarlo, Il problema è che tutti noi, prima o poi, ci ritroviamo in un punto della nostra vita nel quale il denaro non conta più nulla e solo quando arriviamo a quel punto, solo allora ci rendiamo conto che c’è un bene assai più prezioso: il tempo perduto! Mi chiedo: perché aspettare così tanto tempo prima di giungere a questa conclusione?
Bisogna interrompere questo circolo vizioso e tenere sempre a mente che ognuno di noi è in ogni momento artefice del proprio destino, avendo ricevuto in dono esattamente lo stesso tempo che è stato concesso a Leonardo da Vinci, Madre Teresa di Calcutta ed Einstein: ventiquattro ore al giorno! Non possiamo concederci alibi: se uno diventa Einstein e l’altro non diventa niente… beh, forse dipende dalla diversa capacità di gestire il tempo che ci viene concesso.
Molta gente è pronta a farci credere di avere sempre mille cose da fare e quelle non ben precisate “mille cose da fare” costituiscono la ragione (o meglio l’alibi) di cui si servono quelle stesse persone per giustificare il nulla che le circonda. Di contro, qualora noi realizziamo un sogno, costruiamo qualcosa di bello (seppur non necessariamente remunerativo) o conseguiamo un risultato che magari non sarà mai alla loro portata, allora, con livore e supponenza, sviliscono prontamente la valenza del risultato che otteniamo, disconoscendo che questo sia il frutto del nostro impegno, della nostra fantasia, della nostra migliore organizzazione del tempo. Infine, con un pizzico di malcelato sarcasmo, spesso ci fanno pesare il fatto che mentre noi abbiamo tanto di quel tempo da poterci permettere il lusso di sprecarlo finanche per obiettivi effimeri, loro (poveretti!) non hanno mai tempo…
Non prestiamo ascolto a questi imbonitori e venditori di fumo: nella vita non è quasi mai una questione di mancanza di tempo, al limite è una questione di priorità! Inseguendo i nostri sogni ed assecondando le nostre inclinazioni noi non sprechiamo il tempo, bensì lo impieghiamo nella maniera più nobile.
Direi di più, bisogna avere il coraggio di riappropriarsi del proprio tempo, bisogna imporsi di ritagliarsi uno spazio e ritrovare il tempo per fare le cose che più ci piace fare, bisogna prendersi il tempo per pensare, per parlare ed ascoltare, per innamorarsi, per leggere, per viaggiare (anche in regime di economia), per coltivare una passione, per pregare, per vivere un emozione…
Non vorrei apparire troppo radicale ma, dal momento che la vita è davvero breve, io credo che in mancanza di necessità contingenti, anche un lavoro “sicuro”, che ci sottragga però tutto il nostro tempo, può risultare pericoloso perché ci spinge verso la deriva. Se nessuno ci costringe a lavorare con ritmi infernali, ma nonostante ciò continuiamo a farlo solo per guadagnare sempre di più e rimpinguare oltremodo un conto in banca che magari è già di tutto rispetto, allora ci stiamo incamminando verso la strada del vizio. Se, infine, l’attaccamento spasmodico alla poltrona è solo per la sete di potere, allora stiamo scappando da qualcosa oppure stiamo scivolando verso la perversione.
Avevo cominciato questa mia riflessione dicendo che il tempo scorre inarrestabile; concludo asserendo che proprio perché il tempo scorre inarrestabile, noi dovremmo sempre farne un buon uso, correndo insieme a lui verso la conquista della nostra felicità!
P.S.: ringrazio mio Padre per avermi indotto, con una sua semplice parola, a questo spunto di riflessione.
Da sottoscrivere!
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Grazie Romolo!
Fa piacere sapere che ci sono ancora persone che la pensano in un certo modo…
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Articolo di estremo interesse ed attualità!
Corriamo sempre all’impazzata e non ci accorgiamo che stiamo cadendo in quella che, giustamente, tu definisci la “trappola del consumismo”. E’ tempo di fermarsi un attimo e ricominciare a pensare con le nostre teste. E’ tempo di una nuova Rivoluzione culturale.
Bravo Giovanni… e complimenti anche al tuo babbo per averti dato l’ispirazione a scrivere questo bel pezzo
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Grazie Arturo,
apprezzo il tuo commento e ne condivido i contenuti. Credo che ci sia un tempo per ogni cosa e forse è proprio giunto il tempo, come dici tu, di “fermarsi e ricominciare a pensare”.
Un saluto
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Sfaccettato, così ci appare emotivamente il tempo. Ma esso è principalmente un costituente del nostro universo, senza il quale tutto che ci è intorno e noi stessi non esisteremmo. Indagando sempre più in profondità il macro e il microcosmo, il tempo è lì sempre presente, niente affatto immutabile: accelera, decelera, scorre a ritroso. Oltre l’orizzonte degli eventi, dentro il buco nero, avviene un capovolgimento: a scorrere inesorabilmente sempre avanti è lo spazio, che si comporta ora come il nostro tempo, mentre il tempo è percorribile, comportandosi come il nostro spazio.
Ma noi siamo intelligenti, emotivi, sognatori e il tempo è fascino del mistero. Lo scorriamo nelle sue profondità, lo percepiamo secondo i nostri umori, lo cavalchiamo arrivisti, lo vediamo nel mutare delle cose; vecchi ci rifuggiamo nel nostro passato: ed è poesia… impalpabile. La mia diversa dalle altre…
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Ti ringrazio molto per aver fornito una descrizione molto poetica e suggestiva del tempo.
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Ciao Giovanni,
non c’è nulla da eccepire, nulla da aggiungere nè da togliere a quello che hai scritto in questo bellissimo articolo.
Anch’io sottoscrivo in pieno tutto quanto!
kiss, kiss ❤
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Grazie anche a te Carlotta 🙂
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Interesting philosophical points. Sadly, many don’t realise the importance of time until it is too late, and that is the big irony of our short lives here.
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I totally agree with you: that’s quite the big irony of our lives…I’d say a sort of paradox that doesn’t make any sense to me!
Thank you very much indeed for dropping your comment.
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Buonasera Giovanni, In termini di relatività pensiamo che il tempo è una costante (ma c’è qualche discussione su questo). Di uno cosa sono certa, quando si spera in un experience o si deve completare qualcosa prima di una scadenza, il tempo vola. Ma quando si aspetta disperatamente per qualcosa, il tempo si trascina lentamente.Dobbiamo sfruttare al meglio ogni momento vivente. Come dice mia mamma di 90 anni, “Per molto tempo, siamo morti “. Un altro articolo splendidamente scritto, provocando pensieri ed un piacere da leggere. D’accordo con i tuoi pensieri, spesso siamo troppo occuparti per assaporare il momento.
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Ciao Lynne,
Credo che tua madre, dall’alto della saggezza dei suoi novant’anni, abbia proprio ragione: viviamo pienamente solo una minima parte del nostro tempo… il resto lo sprechiamo invano!
Ti ringrazio sempre per i tuoi puntuali interventi ai miei articoli e ti rinnovo ancora una volta i miei complimenti per il tuo italiano che, a poco a poco, sta diventando quasi perfetto!
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Ciao Giovanni, grazie!
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Time goes and we can never get it back, sounds sad, but we can live our life meaningfully and enjoy our time🎈
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Absolutely true!
Thanks a lot Ilona for reading my post and dropping your comment.
See you 👋
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E’ proprio vero che la felicità….è un attimo, un minuto…una frazione di tempo vissuta pienamente
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Sono d’accordo Marta,
Ogni minuto della nostra vita è troppo prezioso per sciuparlo banalmente.
Bisogna sempre fare del nostro meglio per vivere intensamente, o come dici tu “pienamente” il nostro tempo…
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Buona Pasqua Giovanni 🙂
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Grazie Simona,
Auguri anche a te 😊
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il tempo bisognerebbe sempre utilizzarlo al meglio giusto?
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Assolutamente sì, a meno che non si voglia vivere una vita fatta di rimpianti per quello che sarebbe potuto essere ma che non è stato…
In teoria sembra facile (a dirsi) ma, in pratica, è assai difficile riuscire ad attribuire il giusto valore al tempo, specialmente a causa dei tanti condizionamenti sociali di cui rimaniamo vittime, spesso inconsapevoli.
Ciao Simo 😉
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Già con questo titolo non potevo non apprezzare 😉 Anch’io mi interrogo sul Tempo, e anch’io sono orrificata quando mi accorgo che mi sembra che passi velocissimamente.
Proprio oggi sono tornata a casa da un viaggio nella natura, vedevo dal taxi tutte le case e i grattacieli e mi chiedevo se non sarebbe più semplice una vita più semplice, in un posto più piccolo e con meno stimoli indotti dalla società, per infine godere meglio del proprio tempo. Mi è rimasto il tarlo.
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Come ti capisco…
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Bell’articolo, profondo, che spinge alla riflessione sul tempo perduto. Anch’io sono giunta alla stessa conclusione, mi sono accorta che sto invecchiando su una sedia per via del mio lavoro, che mi imbriglia sempre più, inutilmente.
Purtroppo non trovo scappatoie..
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Io credo che ci sia quasi sempre una scappatoia, una via di fuga. Nella vita, spesso, è solo una questione di priorità: si tratta di fare delle scelte che, ovviamente, implicheranno la rinuncia a qualcosa. Mi rendo conto che scegliere non sempre è facile, anche perché ogni situazione è diversa da un’altra e di conseguenza, non è possibile generalizzare.
Ti ringrazio per il tuo intervento e ti auguro una buona giornata 🙂
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